L’isola dell’angelo caduto, il romanzo storico della maturità di Carlo Lucarelli. La recensione del lavoro (Edito Mondadori, 1999) su Diario di Rorschach

Una delle maggiori sfide degli scrittori è quella di costruire una determinata realtà all’interno di un contesto storico più ampio.
Attraverso questa trovata letteraria, quindi, è possibile ritrovarsi in specifiche ambientazioni inserite durante una delle tante epoche storiche e con tanto di caratterizzazione narrativa.
Tra i tanti romanzi scritti seguendo questo metodo è possibile ritrovare L’isola dell’angelo caduto (Edito Mondadori, 1999) di Carlo Lucarelli che, attraverso la realizzazione di un tipico contesto dei primi anni del ventennio, mette in piedi un’intrigante trama tipica del suo genio artistico.
Annoverato fra le opere della maturità dello scrittore, L‘isola dell’angelo caduto racconta le vicende di un giovane Commissario di Polizia – confinato su un’isola dimenticata da Dio e dagli uomini – alle prese con la morte di un membro della milizia locale.
Come detto in precedenza, trattandosi di una storia inserita nella storia, il lavoro di Lucarelli si caratterizza per diversi elementi che non solo lo discostano dal classico filone giallista – pur avendo al suo interno le consuete figure del genere – ma lo rendono affascinante per tutte quelle sfumature che l’autore inserisce al suo interno.
L’idea dello scrittore ne L’isola dell’angelo caduto è di per se rivoluzionaria perchè, pur non rappresentando una novità nella letteratura, si rende unica nel genere andando a prendere spunto da diversi stili quali il noir, il pulp ed il giallo.

Grazie a questa particolarità, la scelta del romanzo storico risulta ancor più azzeccata lasciando la possibilità all’autore di inserire qualsiasi tipo di colpo di scena dettato dalle circostanze presenti nel periodo considerato.
A tutto ciò, inoltre, si associa anche la caratterizzazione dei singoli personaggi che, onguno a modo proprio, si rendono protagonisti di mini storie che arricchiscono di dettagli importanti le vicende e,allo stesso tempo, consentono al lettore di esplorare l’interiorità di ogni soggetto del romanzo.
A fungere da cornice ci sono anche le ambietanzioni presentate, che con le loro descrizioni – in alcuni casi inopportunamente approfondite, a nostro giudizio unico punto debole del lavoro – racchiudono l’intera scena all’interno di un mondo a sè stante all’interno di in un contesto più grande di cui si subiscono le conseguenze.
Proprio l’ultima considerazione porta ad un ulteriore rilevante dato rappresentato dalla scansione della contemporaneità storica de L’isola dell’angelo caduto, in cui le figure presenti vivono tanto la loro realtà quanto quella dell’Italia del 1925 (spesso ricordata dai dialoghi sulle vicende di quell’anno).
Scorrevole, appassionante e con un finale a sorpresa spettacolare, il romanzo si presenta quindi come una lettura semplice ma molto piacevole e tutta da scoprire.