Hanno Tutti Ragione è una rubrica di Diario di Rorschach che si occupa dei film di Paolo Sorrentino. Iniziamo parlando de L’uomo In Più, primo lungometraggio del regista partenopeo
Paolo Sorrentino ama giocare con il Cinema. Nel corso della sua carriera ha presentato personaggi ambigui, volgari, fragili. Difettosi. Ha sempre raccontato storie scomode non perché siano vicende sconvolgenti o politicamente scorrette, ma per il modo in cui le ha raccontate davanti alla cinepresa.
Paolo Sorrentino nasce e vive a Napoli. A venticinque anni decide di dedicarsi completamente al mondo del Cinema. Inizia scrivendo sceneggiature e facendo l’aiuto regista. Nel 2001 riesce a portare sul grande schermo il suo primo film, L’uomo In Più.
L’uomo In Più è la storia – anzi LE storie – di due personaggi che si chiamano entrambi Antonio Pisapia. Uno, Antonio, è un calciatore sul viale del tramonto, intenzionato a fare l’allenatore. L’altro, Tony, è un famoso cantante di musica leggera. Sorrentino prende una piccola porzione della loro vita e racconta il declino delle loro speranze e dei loro sogni.
La capacità del Cinema di Sorrentino è quella di raccontare una piccola parte di vita dei suoi personaggi. In genere sono momenti di cambiamento, di sconfitta o di resa.
Altro filo conduttore del Cinema di Sorrentino è quello di mostrare anche il passato dei protagonisti: i titoli di testa del film mostrano un personaggio totalmente estraneo ai fatti narrati nel film ma la cui essenza è importante nella caratterizzazione psicologica del protagonista, in questo caso si tratta del fratello di Tony Pisapia.
Questo espediente narrativo è utile per comprendere al meglio la psicologia e il vissuto dei protagonisti e per far provare empatia.

Antonio Pisapia è un calciatore malinconico, triste, solo. E’ sfortunato perché durante un allenamento si rompe i legamenti ed è costretto anzitempo a rinunciare al mondo del pallone. L’altro Pisapia, Tony, è più cinico e spavaldo, ma anche lui finirà nei guai per aver fatto sesso con una minorenne. L’Uomo In Più è la storia non di una ma di due sconfitte.
E’ la storia di due personaggi che cadono, provano a rialzarsi, sembra che ci riescano, forse vincono grazie alla loro strategia, ma poi affondano definitivamente.
Sono due facce della stessa medaglia. Appartengono entrambi a un mondo – quello del calcio e quella della musica – che difficilmente ammettono fallimenti e che raramente abbracciano i figliol prodighi. Tony Pisapia è spavaldo, sicuro di sé, mentre Antonio è onesto, coraggioso, pulito.
Nonostante queste differenze tutti e due verranno annientati dalla vita e dalla cinepresa di Paolo Sorrentino in uno dei suoi film più spietati.
L’Uomo In Più è un film amaro dove Sorrentino mostre le sue migliori carte: fra tutte la scena iniziale dove l’allenatore di calcio – l’eccellente Italo Celoro – striglia la squadra dove gioca Antonio Pisapia. Il cast del film vede la partecipazione di Andrea Renzi nei panni del calciatore – la sua vicenda è ispirata a quella di Agostino Di Bartolomei – e di Toni Servillo nei panni del cantante di musica leggera – la sua storia è invece ispirata da quella di Franco Califano – che perde tutto.
All’epoca Servillo lavorava prevalentemente in teatro e sarà la scelta di Sorrentino a fare dell’attore campano uno dei più apprezzati della sua generazione.
Alla sua uscita L’Uomo In Più otterrà un tiepido successo grazie a tre nomination ai David di Donatello e farà circolare tra gli addetti ai lavori il nome di Paolo Sorrentino, regista capace di sconvolgere il Cinema Italiano all’epoca imbruttito da drammi sentimentali di poco conto.