Ti rullo di cartoni, il terzo ed ultimo appuntamento con la rubrica musicale dedicata alla musica demenziale. L’omaggio del Diario di Rorschach alla band milanese Elio e le storie tese

Siamo nel 1980 e la musica demenziale è in piena evoluzione grazie alla svolta punk/rock degli Skiantos che al tono scherzoso dei loro brani uniscono tematiche della quotidianità – tanto personale e locale quanto nazionale – ed un sound in coerenza con quegli anni.
Nello stesso periodo, però, si avverte la necessità di unire definitivamente l’arte scenica a quella musicale e, allo stesso tempo, di mescolare i tanti ritmi in modo da poterne ricavare una nuova e totalmente innovativa offerta.
La risposta a questa necessità arriva direttamente dalla Lombardia e più specificamente da Milano grazie ad una band dalle mille risorse.
Per l’ultimo appuntamento della rubrica Ti rullo di cartoni, Diario di Rorschach omaggia uno dei gruppi che ha fatto della versatilità artistica la sua arma principale: Elio e le storie tese.
Nato da un’idea di Stefano Belisari (in arte Elio) nel 1980, il gruppo Elio e le storie tese inizia a muovere i primi passi nello spettacolare scenario dei locali milanesi (tra cui lo Zelig) dove comincia a mettere in mostra tutte le sue qualità.
La storia del nome del gruppo è legata alla prima canzone scritta da Stefano del 1979 – dal titolo Elio, per l’appunto, protagonista del brano – e dalle Storie pese del brano Eptadone degli Skiantos (divenuto poi storie tese).
Dopo una serie di avvicendamenti, con rispettivi annedoti sui nominogli attribuiti ai componenti, cominciano le prime apparizioni televisive ( Lupo solitario,1987 e L’araba fenice ,1988) e – con una discografia in programma – una loro cover (registrata su una cassetta) finisce nelle mani del produttore bolognese Claudio Dentes (detto Otar Bolivecic).
Nasce Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu (1989) – dove è presente anche un omaggio agli Skiantos con una chiacchierata iniziale fra il gruppo – che ad un successo nelle vendite associa un estro musicale e teatrale dell’intera band.
Negli stessi anni parte lo scontro con il mondo di tutti i giorni – la satira, spesso pungente, non sempre è gradita – ma anche la crescita della fama di Elio e le storie tese che continua a presentare una differente proposta culturale spesso raccolta da altre personalità della musica nazionale ed internazionale.
La celebrità arriva, praticamente, come un fulmine a ciel sereno grazie alla collaborazione con la Gialappa’s Band – attraverso le indimenticabili sigle di Mai dire Gol – e con l’incontro/scontro con Sanremo (con cui si era approcciato con un controfestival gli anni prima).
La partecipazione alla kermesse canora ne accresce la notorietà tanto da raggiungere il disco di platino con Eat the Phikis ( 200.000 copie vendute), un mini tour negli Stati Uniti e una più bizzarra partecipazione al film Rocco e le storie tese di Rocco Siffredi.
Quello stesso anno, però, la band viene colpita dalla grave perdita di Feiez, sassofonista del gruppo, durante una performance con i Biba Band.
Nonostante il colpo il gruppo cerca di andare avanti, riducendo però le uscite pubbliche, e con l’arrivo di Jantoman – che con Rocco Tanica cura tastiere e apparecchiature elettroniche del gruppo – ed nuova formazione si concludono altre tre fatiche musicali, accompagnate da comparsate in Tv ed al cinema, ed una successiva svolta live con l’avvicendamento tra lo stesso Tanica (che tornerà e poi dopo poco abbandonerà nuovamente la band) e Vittorio Cosma ( detto Clayderman Viganò).
La band milanese è ormai al top della celebrità, consacrata da un dopo Festival sui generis e le tante performance dal vivo sui diversi palchi, ma nel pieno della maturità artistica qualcosa si pone di fronte alla vita degli Elio e le storie tese.
L’interrogativo che si pongono i componenti, infatti, è uno solanto ed è inevitabilmente legato all’età del gruppo.
Concependo come insostenibili i ritmi dei concerti dal vivo, Elio e le storie tese decidono quindi di sciogliersi ufficialmente dopo 37 anni – con un concerto dal vivo a dir poco spettacolare – ed un’ultima apparizione televisiva (a Sanremo, dove tra le altre cose si classificano ultimi).
Il prodotto che Elio e le storie tese hanno offerto alla scena italiana è molto più di un semplice spettacolo musicale.
Partendo dai testi – pungenti, politicamente scorretti e sfacciati al punto giusto – senza tralasciare i ritmi dei brani, un mix di sound amalgamati alla perfezione dai componenti del gruppo, e le performance artistiche offerte nelle varie uscite si può dire che Elio e le storie tese hanno rivelato allo stivale un’arte totale al di fuori del comune.
Come accaduto anche per le altre esperienze descritte in Ti rullo di cartoni – da cui, però, la band milanese spesso si discosta presentandosi come surrealista con tratti di avanguardia – l’arma vincente è stata senza dubbio la trattazioni di tematiche forti attraverso il potente strumento della satira.
L’unione di questi due elementi, già di forte impatto, accompagnata da sonorità impegnative ma leggere all’ascolto ha da sempre permesso ad Elio e le storie tese di esprimersi al massimo delle loro potenzialità, spesso ponendosi contro tutto e tutti.