Nel 1993 Frank Miller ritorna ad occuparsi di uno dei suoi eroi preferiti. Miller continua ad occuparsi di Daredevil
Il 1993 è l’anno della maturità per Frank Miller. E’ appena uscito da un’esperienza a dir poco traumatica nel mondo del Cinema. Dopo aver sceneggiato Robocop 2 (1990) e Robocop 3 (1993), Miller si ripromette di non avere più nulla a che fare con il mondo della pellicola. Rientrerà nel 2005 al Cinema con Sin City.
Nel frattempo il Nostro si concentra pienamente sul mondo del Fumetto. Casa sua. Quale migliore occasione per scrivere ancora una volta di Daredevil? Lo sceneggiatore e fumettista americano realizza una sorta di Year One di Daredevil. Va a raccontare le origini del Diavolo, coadiuvato da John Romita Jr, celebre per aver inchiostrato parecchi numeri di Iron Man.
The Man Without Fear (L’uomo Senza Paura) è una miniserie in cinque uscite con protagonista Daredevil. Firmata da Frank Miller e John Romita Jr.. Ci troviamo davanti a un’opera seminale, di un’importanza notevole nella definizione moderna del Diavolo Rosso della Marvel Comics, e di tutta la mitologia che ruota attorno a questo. Ogni volta che Frank Miller prende in mano un personaggio lo rivaluta, gli dona una veste inedita, più oscura e se vogliamo, più noir.
Ma anche più consapevole.
Non è un caso che le prime stagioni della serie TV Daredevil, trasmessa da Netflix si siano ispirata in maniera molto chiara alle tavole di The Man Without Fear soprattutto dal punto di vista del profilo emotivo e psicologico del protagonista, e di quello del tono del racconto, impregnato in una pozione magica che ha nel genere pulp e noir i suoi ingredienti segreti.
Il tocco di Miller c’è tutto, si vede eccome.
L’aspetto mentale dei protagonisti delle storie di Daredevil diventa preponderante, com’era già accaduto in Reborn e Love And War.
Un’analisi psichica dei protagonisti, specie di Matt, ragazzo sfortunato che perde il padre e la vista e che si ritrova solo a dover lottare contro tutti, e a dividersi tra desiderio di giustizia e voglia di vendetta. Confini sottili. Invalicabili. Pericolosi. Che faranno la fortuna del personaggio di Daredevil nel mondo del Fumetto.
La storia narra la progressiva trasformazione del giovane Matt Murdock in un vigilante risoluto e brutale, disposto a fare qualunque cosa per proteggere gli abitanti della città che ama, New York, e ovviamente del suo quartiere di appartenenza, Hell’s Kitchen, la culla della sua giovinezza. Nel corso del susseguirsi delle pagine, rivivremo tutti gli eventi che hanno segnato l’esistenza e il divenire di Daredevil. Dal tragico incidente che privò Matt della vista, alla straziante e violenta morte di suo padre, Battlin’ Jack Murdock.
Dal primo incontro con Elektra, tormentato primo grande amore del protagonista – e protagonista di un fumetto scritto dallo stesso Miller – al suo primo confronto con il boss della malavita della Grande Mela, Wilson Fisk, meglio noto come Kingpin.
The Man Without Fear ha il pregio di mostrare molto Matt Murdock, la sua storia personale e le sue tragedie, e poco Daredevil che resta invece sulla sfondo. Nonostante l’assenza fisica del Diavolo Rosso in tutte le tavole si respira un’aria violenta, quasi tossica.
Daredevil c’è anche se lo vediamo soltanto verso la fine della storia.
La ricetta di Miller – ovvero pulp, noir, analisi psicologica dei protagonisti – funziona ancora una volta alla grande. The Man Without Fear si erge a pietra miliare delle vicende di Daredevil. Utilissimo a comprendere la mentalità di uno dei supereroi più amati, ma anche funzionale per avvicinare le giovani generazioni di lettori del fumetto.