Scongiuri a parte, il 2018 potrebbe (dovrebbe?) essere l’anno del nuovo, atteso disco dei TOOL. Nell’attesa ripassiamo i vecchi dischi della band californiana, continuando con Ænima
Bill Hicks è un comico statunitense, particolarmente famoso durante la fine degli anni Ottanta e i primissimi anni Novanta. Grazie a una satira pungente cinica e sprezzante, Hicks riesce a ottenere un successo clamoroso. Un successo che lo porta ad abbracciare altre forme di espressione come la musica per sublimare i suoi attacchi al sogno americano.
Maynard e Hicks si incrociano per caso durante degli show e si piacciono perché entrambi hanno le stesse idee su cosa sono gli americani e su come scuotere le loro menti per dargli una regolata. Da qui nasce una strana collaborazione che vede Hicks aprire qualche show dei TOOL agli inizi di carriera.
Bill ama riflettere a voce alta su temi molto scabrosi in piena libertà. Cosa che gli ha permesso di venir censurato durante una puntata del David Letterman Show.
Bill Hicks come i TOOL fa spesso riferimento a culture più vecchie del mezzo millennio americano, al terzo occhio, e all’uso di droghe come acceleratore di evoluzione, per questo non è ben visto dal sistema americano.
Gli spettacoli di Hicks sono provocatori. Parla dell’uso di droga, del sesso, delle sostanze allucinogene fino ad auspicare l’estinzione della razza umana toccando ovviamente la religione.
Nel 1993 gli viene diagnosticato un tumore prima al pancreas e poi al fegato che nel giro di poco tempo lo porta alla morte. E’ il 26 febbraio 1994.
La band losangelina non riesce a restare impassibile davanti alla morte di un amico, ma anche di una fonte di inesauribile ispirazione. Ænima è fortemente influenzato dalla scomparsa di Hicks, ma è anche un album che fa crescere – e di molto – l’asticella nei confronti dei TOOL. Il nome dell’album vuole essere un mix tra Anima facendo riferimento allo spirito e all’impulso vitale, ed Enema ovvero un clistere.
Cosa è cambiato rispetto a Undertow? In formazione è entrato Justin Chancellor che prende il posto di Paul D’amour. Chancellor è un bassista inglese che partecipò a un tour con i TOOL nel 1994 quando militava nei Peach. Ha modo di diventare intimo amico della band così quando le cose con D’amour iniziano a non funzionare, la band pensa di sostituirlo con il versatile bassista di origini inglesi. La caratteristica tecnica del nuovo bassista dei TOOL è quella di usare il basso come una chitarra con tanto di accordi, andando ad arricchire il sound del quartetto.
Musicalmente Ænima vede i TOOL migliorare sulla parte musicale, andando ad allungare le parti strumentali grazie alla crescita tecnica di Danny Carey e al sound sempre perfetto di Adam Jones. Il metal si incontra col progressive, dando vita a brani lunghi anche dieci minuti, come nel caso di Third Eye.
Alla cabina di regia del disco siede David Bottrill storico produttore dei King Crimson. Le atmosfere si dilatano ancora di più. Vengono inserite nel tessuto sonoro, già molto fitto, percussioni – ancora una volta da lodare il lavoro di Carey dietro le pelli – campionamenti, suoni orientaleggianti come in Forty Six & 2 traccia che parla di mutamento e di evoluzione della psiche umana.
Eulogy – elogio funebre dedicato alla figura di Bill Hicks, che qui viene quasi divinizzata, ma anche un’invettiva contro i falsi idoli – Message to Harry Manback – un messaggio in italiano lasciato sulla segreteria telefonica di Maynard da parte di un vecchio coinquilino del cantante che lo offende in italiano/americano accompagnato dal pianoforte – Hooker With a Penis, che rimanda alle sonorità dure e pure di Opiate, ai vecchi TOOL per intenderci.
L’album si apre con Stinkfist, caratterizzata dai ritmi ruvidi e ripetitivi e descrive un atto sessuale sado-masochistico come espressione del bisogno di annullare un’apatia apparentemente inguaribile.
Pushit rappresenta una delle più alte vette raggiunte in Ænima. Suoni acidi, spigolosi e tribali inondano questa traccia dove Maynard racconta come i fantasmi del suo passato e la sua Ombra lo tormentino. Spingendolo in un abisso dove non ha controllo. Pushit è un viaggio nella mente di Keenan che invita l’ascoltare ad assecondarlo in un trip sonoro tenuto assieme da tempi dispari e continue dilatazioni.
Il disco si chiude con Third Eye. Possiamo dividere questo brano in due sezioni: la prima, introdotta da citazioni di Bill Hicks, pervasa da suono psichedelici perfettamente incastrati e continui con una base, a volte più evidente, assimilabile al cyborg-metal. I suoni del basso, magnifici e cavernosi, riempiono la traccia, accompagnati da una batteria e una chitarra sospese.
I tentativi di raggiungere una pace interiore, attraverso una visione superiore del mondo, sono distrutti quando la mente, libera di viaggiare, si scontra ancora una volta con l’Ombra. Questa fase è descritta dalla seconda parte del brano, dove c’è una dominante gravezza di fondo. Quando si realizza che l’armonia con il proprio passato non si è raggiunta. Quando l’Ombra invade la pace.
Progressive rock. Metal. Crossover. Residui grunge. Atmosfere dark ed allucinate. Tutto converge in maniera sapiente verso il centro della spirale sonora che i TOOL tessono con perverso piacere. Ænima è una spirale discendente verso un universo a sé stante dove vigono i tempi dispari di Carey, il basso cavernoso di Chancellor e la chitarra arabeggiante di Adam Jones.
A farci da guida la voce di Maynard James Keenan, ora urlante, ora profonda, ora sussurrata. La parte musicale dei TOOL – meccanica, tribale, oscura – sembra essere costantemente in conflitto con la voce perfettamente umana del suo cantante. Un contrasto unico e affascinante.
L’album è dedicato al comico Bill Hicks, deceduto due anni e mezzo prima. Tra i riferimenti ad Hicks rintracciabili nel disco si trova l’intro della suite finale Third Eye che riporta parte di una esibizione del comico. Il pezzo Ænema si riferisce ad uno sketch di Hicks dal titolo Arizona Bay, dove il comico ipotizza lo sprofondamento della California nell’Oceano Pacifico.
Ænima è un album molto complesso. Molto profondo. A un primo ascolto potrebbe lasciare spiazzati ma man mano Ænima mostra la sua natura inquietante. Poetica. Aggressiva. Cinica. Introspettiva. Musicalmente i TOOL non rinunciano a nulla, anzi arricchiscono considerevolmente il loro bagaglio grazie a brani più sperimentali come Die Eier von Satan – la passione per l’industrial europeo resta intatta – Useful Idiot, Cesaro Summability e (-) Ions che hanno il compito di far rifiatare l’ascoltare durante l’ascolto di un disco lungo quasi ottanta minuti.
La parte visuale dei TOOL inizia a prendere sempre più forma proprio nel periodo di Ænima. Il chitarrista Adam Jones cura la splendida copertina del disco e il video musicale di Stinkfist e di Ænema, presentando i suoi inquietanti lavori in stop motion tra figure aliene che si cannibalizzano. Il mito dei TOOL nasce e si diffonde in questo periodo, ma siamo solo a metà del percorso.