Vertigo

Vertigo e i colori di Alfred Hitchcock

Su Diario di Rorschach rendiamo omaggio a uno dei film più importanti della storia del Cinema: Vertigo di Alfred Hichcock


La storia di Vertigo è una storia di inganno e ossessione. Una storia di una fobia che viene usata per un crimine pauroso, inquietante. Parecchi film di Alfred Hitchcock mostravano una tensione, una suspense sospesa fino all’ultimo fotogramma. In gioco c’erano delitti – quasi sempre – o interessi da tenere ben nascosti. Vertigo, conosciuto in Italia col nome di La Donna Che Visse Due Volte, è un film diverso.
Horrorifico e gotico allo stesso tempo, è la storia di un inganno, abbiamo detto. Un inganno perpetrato ai danni di John Ferguson, detto Scottie. Ferguson – interpretato da un sempre incantevole James Steward – soffre di vertigini e per questo è costretto ad un pensionamento anticipato dalla Polizia.
Viene contattato da un suo ex compagno di Università Gavin Elster che le affida la custodia della moglie.

Secondo Elster la moglie Madeleine ha una doppia personalità. E’ convinta di essere Carlotta Valdes, donna morta suicida a 26 anni cento e passa anni prima. Madeleine è ossessionata dal passato. Ed è ossessionata da Carlotta. Va al cimitero a portarle dei fiori, va al museo a guardare un suo ritratto – peraltro somigliante a lei in maniera impressionante – si acconcia esattamente come lei. Ha un medaglione uguale a quello che compare nel ritratto al museo. Il marito teme che Madeleine possa fare la stessa fine di Carlotta, morta suicida alla sua stessa età. Non solo. Il marito confessa al suo amico che Carlotta altri non è che la bisnonna di Madeleine, cosa che lei non sa.


Scottie inizia a seguire Madeleine, fino a quando non le salva la vita da un suo tentato suicidio. I due si conoscono, iniziano a frequentarsi, si innamorano. Conoscendosi, Madeleine rivela a Scottie di avere visioni ricorrenti, o incubi. Uno in particolare l’assilla. E’ la visione – o appunto un incubo – di una missione spagnola con un campanile e una chiesetta che risalgono alla sua precedente vita, quando lei era Carlotta. Scottie, per dimostrare a Madeleine che si tratta solo di stupidaggini, l’accompagna alla missione che dista pochi chilometri fuori da San Francisco. Una volta arrivati alla missione, Madeleine scappa via, sale le scale – Scottie non può seguirla perché soffre di vertigini – e si butta dal campanile, suicidandosi.

Caduto in depressione per non essere riuscito a salvare l’amata, Scottie si chiude in sé stesso. Un anno dopo i tragici eventi Scottie si imbatte casualmente in Judy, la commessa di un negozio. La vede e resta folgorato per la somiglianza impressionante tra Madeleine/Carlotta e Judy. Scottie è ossessionato dal ricordo. Frequenta Judy e quasi la obbliga e vestirsi e a truccarsi come la sua amata. Ma la verità è un’altra. Quella donna è davvero Madeleine. Lei vorrebbe confessarglielo, vorrebbe dire che è stato un inganno ideato da Gavin che aveva ucciso la vera moglie e l’aveva buttata da quel campanile, convinto che Scottie non sarebbe mai salito e mai avrebbe scoperto l’inganno. Gavin ha usato Madeleine, ha fatto credere che fosse la sua vera moglie. In realtà era una donna somigliante che fingeva di avere una doppia personalità.

Scottie scopre tutto per caso, quando scopre il medaglione che Madeline/Carlotta indossava sempre: sono la stessa persona. Arrabbiato e deluso, porta Judy nello stesso luogo dove in teoria sarebbe morta l’amata. Una tragedia chiude il film in maniera ancora più amara, con una piccolissima consolazione. Scottie non soffre più di vertigini.


Vertigo, la meravigliosa Kim Novak circondata dai colori
Vertigo, la meravigliosa Kim Novak circondata dai colori

A leggerlo in questa maniera il film sarebbe un ottimo noir, una storia triste. La perfezione di Hitchcock lo rende un film magnifico, già partendo dai titoli di testa, arricchiti da un primo piano di Madeleine/Carlotta, interpretata da una strepitosa e affascinante Kim Novak, un fascino senza tempo. Ma non è tutto qui. I colori vestono un ruolo fondamentale per il film e per il messaggio che trasmette. Midge, la donna innamorata di Scottie, veste di giallo e ha una casa quasi completamente gialla, mentre Scottie è circondato dal rosso. Almeno all’inizio del film.

Il rosso lo troviamo qualche scena più avanti quando viene mostrata per la prima volta Madeleine. Compare in un locale completamente rosso, ma lei è vestita di verde. Il bellissimo contrasto tra il locale rosso e il suo vestito verde è da antologia. Anche l’auto di Madeleine/Carlotta è verde. Una volta arrivati a casa anche Scottie è vestito di verde e fa vestire di rosso Madeleine. Scambio di colori, scambio di conoscenze.

Durante la scena dell’incubo di Scottie due colori sono ricorrenti. Il rosso – il colore dell’amore, ma anche dell’ossessione e della paura – e il verde colore del brivido, dei fantasmi e del distacco dalla realtà. Il blu e il giallo sono i colori della realtà, del reale. Tant’è che Midge è vestita di giallo e Scottie, quando è in depressione, veste di blu.
Anche Judy veste di verde. Quando Scottie la conosce per la prima volta la vede vestita di verde.

L’ossessione per i colori di Hitchcock, presente anche in Dial M For Murder qui diventa chiave di lettura. Un elemento quasi di vitale importanza per capire il film.

Ancora oggi troverete Vertigo in cima alle classifiche dei film più importanti dello scorso secolo, figlio di una mente geniale che ha fatto la Storia del Cinema.

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