Big Mouth segue il filone di serie storiche come South Park e Family Guy trattando un argomento scottante: la crescita. La nostra recensione.
Il tema dell’adolescenza è stato raccontate infinite e innumerevoli volte in altrettante maniere. Ci sono sempre state serie tv, film, libri che hanno descritto i primi baci, le prime storie d’amore, le prime cotte. Le insicurezze.
Big Mouth è una di queste, con delle leggere differenze.
Tanto per iniziare, non ha filtri. I protagonisti sono quattro ragazzini – Nick, Andrew, Jessi e Missy – tra i dodici e i tredici anni. Fanno scoperte sensazionali sul loro corpo – la crescita del seno, i brufoli, i primi peli pubici – e sui minuscoli cambiamenti nelle loro vite.
A fare da guida al più grande di loro, ovvero Nick, è il temibile Mostro degli Ormoni, una sorta di tentatore o di guida a seconda dei casi. Quasi sempre il solo scopo del Mostro degli Ormoni è quello di far accoppiare i nostri protagonisti tra loro, ma è anche una saggia guida su quello che accade nella vita di Nick. Un corrispettivo identico – ma ovviamente femminile – appare a Jessi dopo il primo ciclo e, per quanto sembri strano l’accostamento, sembrano due mostri usciti dal paese delle creature selvagge.
La serie non racconta solo la crescita dei protagonisti. Racconta in piccola parte il punto di vista dei genitori, sempre più confusi e quasi grotteschi nella loro opera inutile di protezione dei propri figli.
La serie ha quattro ideatori: Nick Kroll, Andrew Goldberg, Mark Levin e Jennifer Flackett. Il primo punto di riferimento, nel mare dell’animazione per adulti, è South Park ma anche Family Guy e in minuscola parte I Simpson. Le dieci puntate della prima stagione – specie nelle primissime puntate, di gran lunga le migliori – sono una sfilza di provocazioni, di scoperte, di momenti musicali.
Non vi stupite se un tampax con la faccia di Michael Stipe dei REM canta una sorta di Everybody Hurts con a tema l’amore che va in frantumi.
Non vi stupite di trovare il fantasma di Duke Ellington – migliore amico di Andrew visto che vive nella sua soffitta – organizzare un party con altri colleghi deceduti come Freddie Mercury o Prince e inneggiare alla vita gay.
Big Mouth ha delle regole tutte sue, un universo con una struttura precisa dove l’intento è provocare e far crescere i protagonisti della serie.
La prima serie è andata in onda su Netflix negli scorsi mesi. Il prossimo anno dovrebbero uscire altri dieci nuovi episodi, chissà che i nostri eroi non siano più cresciuti.