La prima puntata di Boris è andata in onda il 16 Aprile 2007. Su Diario di Rorschach celebriamo una delle serie tv più amate di sempre, usando sempre Gli Occhi Del Cuore
E’ possibile raccontare i segreti che si nascondono dietro la nascita di una fiction? E se questa fiction fosse italiana e di conseguenza romantica, esagerata e grottesca? Boris è la storia di un pesce, anzi no Boris è la storia de Gli Occhi del Cuore 2. Anzi no. Boris è la storia di una troupe che quotidianamente si ritrova ad affrontare problemi sulla creazione di una fiction. Sicuramente Boris è tutto questo, ma è anche – senza ombra di dubbio – già storia della televisione italiana.
La serie parte con una citazione di Mad Men. Almeno l’inizio. Lì c’era Polly, giovane segretaria col sogno di lavorare in pubblicità. Qui c’è Alessandro, appassionato di Cinema e Spettacolo che riesce a coronare il sogno di lavorare come stagista sul set de Gli Occhi Del Cuore 2.
La prima stagione de Gli Occhi Del Cuore non è andata benissimo. Cancellata dopo la seconda puntata a causa dei bassi ascolti, si è rivelata presto un flop. Ma Diego Lopez (Antonio Catania) il delegato della rete, ci crede. Riunisce la vecchia squadra per dare vita alla seconda stagione. Ci sono tutti. Alla regia René Ferretti, l’attore principale è Stanis La Rochelle, talentuoso performer contro ogni forma di italianità – qualunque cosa questo voglia dire – affiancato da Corinna Negri, la diva.
Attorno a loro vorticano nervosamente e incessantemente una serie di personaggi come l’aiuto regista Arianna – forse l’unica seriamente intenzionata a portare a casa le scene giorno per giorno – il direttore della fotografia Duccio Patanè – passivo, svogliato e leggermente cocainomane – la pigra segretaria di edizione Itala e il frustrato, impacciato Biascica tecnico delle luci, ossessionato dagli straordinari d’Aprile che ancora non ha avuto dal segretario di produzione, Sergio Vannucci, ansioso di fregare il prossimo in qualsiasi modo.
Isolati, chiusi nel loro buco, vivono gli sceneggiatori. Costantemente davanti a un computer, nerd di prima fascia, si fanno complimenti a vicenda – I Genio! Genio! non si contano – per cercare di uscire dalle situazioni assurde in cui infilano i loro personaggi.
Manco a dirlo, Boris è un piccolo gioiello della serialità italiana. Usa tutti i luoghi comuni – non solo delle serie tv ma anche del Cinema – citando David Lynch, Stanley Kubrick, Lars Von Trier in una chiave grottesca, romana, caciarona. Accanto al cast di attori – che vede gente come Alessandro Tiberi, Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti, Pietro Sermonti, Carolina Crescentini, Eugenia Costantini, Antonio Catania, Ninnì Bruschetta – troviamo anche camei di tutto rispetto come quelli di Valerio Mastandrea, Roberto Herlitzka, Valentina Lodovini, Luisa Ranieri, Cecilia Dazzi, Sergio Fiorentini, Laura Morante, Sergio Brio, Paolo Sorrentino, Giorgio Tirabassi, Filippo Timi, Marco Giallini.
Quasi sempre interpretano ruoli da outsider, artisti o presunti tali con vizi e difetti da star.
E poi c’è Corrado Guzzanti. Il suo è un personaggio enigmatico, violento e folle. Veste i panni di Mariano Giusti, attore di talento (anche qui: o pseudo-tale) che ha incontrato Gesù sulla Roma-L’Aquila e che decide di cambiare vita, affidandosi a un prete camorrista – sempre interpretato da Guzzanti – e che ha l’ossessione di interpretare il Padre Frediani, nonostante questo ruolo sia già stato affidato a Fabrizio Frizzi. E’ un attore violento, che ha dato fuoco diverse volte al suo camerino. Un uomo pericoloso nonostante l’espressione bambinesca.

Qualità, qualità, qualità è uno dei motti che urla Ferretti per motivare il suo gruppo in una delle prime puntate. Boris diventa presto un piccolo mondo a parte dove arte, raccomandazione, politica, ruffianeria la fanno da padrone. Con un taglio vagamente fantozziano – che tocca tanto Alessandro, quanto Lorenzo Lo Stagista Schiavo preso di mira da tutti i colleghi – Boris è un ritratto spietato del mondo dello spettacolo dove urla, incidenti, rapporti umani vanno al macero.
Tanto per dire, su Facebook è nata la pagina Ferretti Cammina Con Me, che unisce le immagini di Twin Peaks – ma ultimamente anche di altre serie tv – con le frasi storiche di Boris.
Poco da dire: Genio! Genio!