Arkham Asylum, l’insano viaggio nella testa del Pipistrello

Arkham Asylum, la storia di Grant Morrison che capovolge la visione del supereroe. La nostra recensione su una perla dell’universo batmaniano


Arkham Asylum – La copertina del fumetto

Il mondo dei supereroi è costellato da una serie di storie che non solo sono riuscite ad elevare questa forma d’arte ma hanno anche introdotto una nuova prospettiva nel mondo dei fumetti.

Oltre ai mostri sacri Miller e Moore – che hanno lasciato un segno indelebile in ogni personaggio trattato – , a stravolgere il mondo di Batman è stato anche un altro grande autore: Grant Morrison.

Nel 1989, infatti, al fumettista scozzese viene affidato un nuovo grande progetto sul Cavaliere Oscuro che permetta di far emergere ancor di più la figura di un mascherato ormai maturo grazie a Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Anno Uno.

Con l’aiuto di Dave McKean ai disegni, Morrison realizza quindi Arkham Asylum – capolavoro dell’universo batmaniano – affidandosi tanto a particolari stili letterari (noir ed horror su tutti), quanto ad una tecnica che ribalta la rappresentazione dell’eroe senza macchia.

La storia grazie alla narrazione parallela- la vicenda in sè e la storia della famiglia Arkham e del manicomio omonimo – consente sia di far compiere quell’ulteriore salto di qualità da sempre ricercato nelle avventure di Batman che ampliare la platea di lettori  di uno dei personaggi più noti ed amati del mondo dei fumetti.

La vicenda narra di una rivolta nel manicomio di Arkham, dove i pazienti guidati da Joker chiedono un intervento del Pipistrello nella struttura.

L’intento di Joker e di tutta la banda di villain non è tanto quello di uccidere l’eroe ma di farlo sprofondare nell’oblio della pazzia – attraverso una serie di incontri con ogni suo vecchio rivale – che ne metta in discussione totalmente la figura e l’integrità.

Arkham Asylum è una delle opere più interessanti dell’autore scozzese in cui emerge quel tocco di genialità che porta all’elevazione completa del personaggio.

Arkham Asylum

Il binomio storia/disegni, difatti, riesce da un lato a cambiare le regole del gioco – discostandosi di gran lunga dalle classiche vicende supereroistiche – e dall’altro a creare quell’atmosfera dove horror e noir si intersecano perfettamente nel contesto creato.

A questo, che comunque rappresenta una solida e vincente base per Arkham Asylum, Morrison aggiunge un’idea più che malsana, in cui il vigilante non si trova a combattere direttamente i suoi avversari ma ad intraprendere soprattutto una lotta contro se stesso per evitare il baratro.

L’idea, che sposta totalmente il punto di vista sull’eroe dei fumetti mettendone in discussione l’integrità mentale e morale, consegna ai lettori una storia diversa da quelle consuete dove umanità e capacità del personaggio prevalgono su azione e scontri diretti con gli avversari.

Questo, inoltre, conduce ad un’eccellente caratterizzazione dei singoli protagonisti – Joker e Due Facce su tutti- che viene marcata ancor di più con la differenza nei dialoghi espressi (ad esempio classica per Batman e parole con contorni rossi per Joker).

Infine è da citare anche la storia nella storia – quella di Amadeus Arkham e della nascita del manicomio – con cui l’autore riesce a dare un ulteriore tocco dark all’intera vicenda e tracciare quella strada verso la follia che il supereroe potrebbe percorrere in caso di completo smarrimento.

Alessandro Falanga

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *