Il maestro di nodi, il ritorno dell’Alligatore nel noir di Massimo Carlotto. La recensione del romanzo su Diario di Rorschach

Prendete un caso complicato – magari in ambienti alquanto scomodi -, l’area nord dell’Italia e tanta abilità investigativa ed avrete la ricetta perfetta per Massimo Carlotto.
La sua serie sull’Alligatore, che continua ancora adesso con l’ultima uscita Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane, è una delle più appassionanti nello scenario noir tanto da non invecchiare mai nonostante gli anni.
Ne Il maestro di nodi (Premio Scerbanenco 2002) Massimo Carlotto mette su carta uno dei più grandi esperimenti letterari, in cui vanno a mescolarsi perfettamente le indagini del protagonista e la sua banda, la crescita personale dei personaggi e le vicende di un’Italia al limite del baratro.
In questa nuova avventura del personaggio, in cui Max la Memoria è entrato ufficialmente nella squadra dopo aver scontato alcuni anni di carcere, i tre si trovano ad affrontare una vicenda intricata che si immerge nell’oscuro mondo del sadomasochismo.
Tra colpi di scena e vicende al limite del surreale – vissute quasi sempre da un Rossini in splendida forma -, Il maestro di nodi si presenta come una lettura piacevole ed entusiasmante sotto diversi punti di visti.
Ciò che emerge con prepotenza, fin dalle prime pagine, è la superba narrazione con cui Carlotto presenta al lettore la nuova storia.
La parte iniziale, in cui si descrive in sostanza un omicidio, è solamente un piccolo assaggio alla più grande e complicata vicenda – che verrà descritta di volta in volta con particolari sempre più sorprendenti – che da un lato ingolosisce il lettore, anche se non amante del genere, e dall’altro accenna alla maestosità del seguito.

A questo, come detto, va aggiunta la crescita dei protagonisti che – ognuno con le sue peculiarità – modellano la propria personalità sia in base alle situazioni che alle decisioni prese.
Questo punto, non meno importante, permette di eliminare quell’alone di supereroismo ultraterreno dai personaggi – tipico dei polizieschi di altri tempi – e catapultare direttamente nella realtà di tutti i giorni i tre.
Proprio la quotidianità è la protagonista dell’ultimo elemento, in cui lo scrittore cerca di contestualizzare quanto più possibile la scena che si sta vivendo.
La descrizione dei fatti di Genova, vissuti direttamente da Max la Memoria ed indirettamente dall‘Alligatore e Rossini, riesce in un sol colpo a far uscire dal testo i personaggi – rendendoli totalmente reali – e far emergere quell’aspetto romantico di ognuno dei tre in maniera differente.