La quarta stagione di Peaky Blinders prosegue con la storia di Thomas Shelby e i suoi fratelli. Con tanto di colpi di scena. La nostra recensione
La quarta stagione di Peaky Blinders termina dove l’avevamo lasciata – un rovesciamento di fronte abbastanza clamoroso con Thomas Shelby costretto a separarsi dalla sua famiglia pur di salvarla – e continua con la parabola di Thomas a capo dei suoi Peaky Blinders.
Le ferite provano a ricostruirsi, i colpi di scena sono incessanti – nella prima delle sei puntate abbiamo almeno un paio di scene clamorose – e continuano senza soluzione di continuità fino al finale, tra brani di Nick Cave – l’ormai celeberrima Red Right Hand coverizzata persino da Iggy Pop nella quinta puntata – Radiohead e Johnny Cash.
Nella quarta stagione di Peaky Blinders Thomas deve affrontare niente di meno che la mafia siciliana, sbarcata in quel di Birmingham per vendicare una vecchia uccisione di Arthur, fratello di Thomas che nel frattempo si è allontanato dalla vita violenta, abbracciando la religione cristiana e dedicandosi alla famiglia.
Quanto durerà?
A capo dei quindici mafiosi troviamo Luca Changretta – Adrien Brody – determinato a sterminare tutto il giro dei Peaky Blinders per portare a termine la sua missione.
Peaky Blinders continua a incantare con il suo sapiente mix di grandi canzoni, scenografie spettacolari e una fotografia cinematografica di rara bellezza. Accanto a tutto questo non sfigura né la storia né il cast di attori chiamato a interpretare i vari ruoli.
Adrien Brody è Luca Changretta, il cattivo di turno. Perfetto nel ruolo del gangster mafioso anche se alcune movenze e gestualità sono troppo enfatizzate.
Tom Hardy rientra nel ruolo del brillante Alfie Solomons, un boss ebreo, sociopatico e con il fisico del miglior Bane. Probabilmente il personaggio più divertente e disturbante dell’intera serie.
E poi c’è Cillian Murphy, veramente incredibile quando si tratta di dare umanità, follia, razionalità, passione a un personaggio difficilissimo. Eppure Murphy riesce nell’impresa di raccontare al meglio i dilemmi umani, sociali e psicologici di un character per nulla facile, anzi.
Oltre a Cillian Murphy meritano più di una citazione Hellen McCrory nei panni dell’instabile Polly Gray. Il personaggio di Polly è quello di una donna fondamentalmente insicura, ma determinata a far valere le sue idee e di proteggere il figlio, Michael.
Sensitiva, vendicativa, Polly è un personaggio-chiave all’interno della storia. Quella che tiene vivo Thomas più di una volta.
Paul Anderson e Joe Cole sono invece Arthur e John Shelby. Fratelli di Thomas, sono legati a un filo rosso sangue alla vicende di sangue e dolore dei Blinders.
La serie tv inglese è molto cinematografica. Ad esempio nella quinta puntata della quarta stagione – The Duel – lo scontro tra Thomas e Luca viene inquadrato come se fosse uno duello finale di un film di Sergio Leone, con tanto di ripresa dell’occhio in primissimo piano. La sesta puntata, come d’abitudine, getta le basi per una nuova stagione, la quinta, che a detta dei produttori dovrebbe essere l’ultima.
Peaky Blinders, arrivata alla quarta stagione, alza inevitabilmente la posta in palio. Il segreto della serie BBC è quello di comprimere le vicende e di presentare sei puntate a stagione. Non troverete pause né tempi morti in Peaky Blinders, una serie incessante. A colpi di lama di rasoio e brani di Nick Cave, cosa volete di più?