Uscita negli scorsi giorni, la seconda stagione di The Crown amplia l’universo umano della regina Elisabetta. La nostra recensione
Tra le tante serie pubblicate da Netflix The Crown è risultata estremamente interessante. Interessante per la protagonista, la storia, il contesto storico. Tutto fedelmente riprodotto e, dove necessario, romanzato alla perfezione.
Siamo nel 1947 quando la principessa Elisabetta sposa il principe Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo. Le nozze sono nemmeno a dirlo fuori dal comune, Elisabetta è la figlia del re d’Inghilterra, re Giorgio VI salito al potere dopo che il fratello è stato costretto ad abdicare (vi ricordate The King’s Speech?).
Elisabetta è destinata a salire al potere, ad essere la regina d’Inghilterra in un periodo storico ricco di tumulti e dissapori. The Crown inizia esattamente così.
Il mondo si è appena salvato dalla follia del nazismo e sebbene ci sia necessità di andare avanti si è ancorati a figure mitiche – ma ormai datate – del passato come Winston Churchill, ancora desideroso di comandare e incurante dell’età che avanza e dei reali problemi della sua Terra.
L’ascesa al potere di Elisabetta è piena di pericoli, di colpi di scena e di incertezze. Ma la Corona deve dominare. E’ lei la protagonista di tutta la vicenda. Una vicenda – per quello che riguarda il suo regno, tra i più lunghi nella storia del Regno Unito – iniziata settant’anni fa e ancora pulsante.
The Crown, giunta alla seconda stagione è un piccolo capolavoro. Una fotografia splendida, scenografie pazzesche, vestiti di scena da urlo, attori perfetti – Winston Churchill è John Lithgow, re Giorgio VI è Jared Harris, visto in Mad Men, mentre John Fitzgerald Kennedy è l’ex Dexter Michael C. Hall – e una storia interessante, raccontata come mai prima d’ora.
Accanto al lato ufficiale dei protagonisti nella serie – soprattutto nella seconda stagione – compare un lato umano ben marcato, enfatizzato dalle vicende di Elisabetta II e del marito Filippo, diviso tra l’amore per la moglie, i consigli amorevoli ma anche la necessità di evadere da quella che a tutti gli effetti è una prigione dorata.
La lotta della Regina è contro sé stessa ma anche contro chi le sta più vicino, compresa la sorella Margaret, principessa tanto affascinante quanto sfortunata.
La regina si scontra – e si scontrerà nelle prossime stagioni, ne siamo certi – con la Storia e con tutti i protagonisti. Interessante da questo punto di vista l’idea della produzione di cambiare cast ogni due stagioni per raccontare al meglio tutto l’arco storico della Regina.
In queste prime due stagioni la magnifica Claire Foy è stata la regina. Ha dato a Elisabetta II un’umanità ma anche una risolutezza che l’ha resa tanto forte quanto amata dal suo popolo. Ma la regina è anche un essere umano. Una madre. Una moglie. Tutte le sfumature vengono raccontate dal viso e dalle movenze della Foy assolutamente strabiliante.
Le prime due stagioni hanno raccontato l’arco temporale relativo all’ascesa della Regina fino ai primissimi anni Sessanta. Non sappiamo ancora la terza e la quarta stagione cosa racconteranno – di storie e aneddoti relativi a Elisabetta ce ne sono a bizzeffe – quel che è certo è che The Crown si dimostra una serie tv solida, interessante. Per nulla banale.