Litfiba

I Litfiba, gli anni Ottanta e la new wave mediterranea

Gli anni Ottanta sono stati gli anni della new wave anche in Italia, grazie a un gruppo di musicisti fiorentini: i Litfiba. La loro storia su Diario di Rorschach


Avvertimento iniziale: prendete questa storia con le pinze, non è certo che tutto quello che sia scritto sia vero, in alcuni casi si tratta di leggende.
Partiamo da una data certa. 8 Dicembre 1980: la morte di John Lennon sconvolge il rock dalle fondamenta. La morte del musicista di Liverpool – e quella di Elvis avvenuta qualche anno prima – è la morte del rock’n’roll. In tutto il mondo si è diffusa a macchia d’olio l’ondata punk, quella dark, quella new wave. L’Inghilterra è la patria di una nuova ondata di rabbia, disillusione, romanticismo. 
Proprio in Inghilterra verso la fine degli anni Settanta un giovane chitarrista campano, Federico Renzulli, trascorre qualche anno per conoscere appieno la cultura new wave. Appassionato di Black Sabbath e Led Zeppelin, Renzulli si lascia contaminare dall’atmosfera notturna dell’Inghilterra, patria di gente come Joy Division, The Cure, Siouxsie & The Banshees.


Renzulli rientra in Italia, a Firenze, con un unico obiettivo: formare un gruppo musicale. Dopo un’esperienza breve nei Cafè Caracas – dove canta un giovanissimo Raf – Renzulli vuole creare una band tutta sua. Recluta un giovane bassista di nome Gianni Maroccolo a sua volta interessato a entrare nella band di Federico. Non Renzulli, ma Fiumani.
Gianni Maroccolo era convinto – ripetiamo: molte di queste storie sono leggende – che Federico Fiumani, chitarrista dei Diaframma altro gruppo vitale per la new wave italiana, cercasse un bassista. In realtà era un altro Federico. Nonostante l’imbarazzo iniziale Maroccolo entra nella band, assieme ad Antonio Aiazzi e Francesco Calamai.

La scelta del cantante non è cosa semplice. In quegli anni Firenze doveva essere una movimentata cittadina composta da punk, musicisti falliti di ogni specie, dark, nottambuli, solitari. Tra questi un ragazzo che si fa chiamare Pierrotten, omaggio al suo idolo, Johnny Rotten. Anche lui con un’esperienza a Londra alle spalle, è tornato a Firenze da poco, deluso dal movimento punk in chiara fase calante. Piero, anzi Pietro, Pelù vorrebbe entrare in un gruppo per fare una musica più stratificata. Affascinato dalla cultura mediterranea e rom, Pelù entra nella band con l’idea di influenzare lo stile musicale e melodico del quintetto.

Litfiba, uno dei primi dischi usciti, si tratta di Luna/La Preda, 1983
Litfiba, uno dei primi dischi usciti, si tratta di Luna/La Preda, 1983

Dal vivo la presenza di Pelù – fan sfegatato di gente come David Bowie e Iggy Pop – regala sempre performance intense, molto vicine al teatro.

Il 6 dicembre 1980 in una cantina di via Dè Bardi a Firenze, i ragazzi danno vita ai Litfiba.

Nel giugno del 1982 esce l’EP Litfiba. L’EP contiene le versioni ancora grezze – ma dal potenziale enorme – di Guerra e Luna.
Contestualmente all’uscita dell’EP il gruppo toscano si muove nell’interland toscano con date a Firenze, Siena e anche Bologna. I Litfiba muovono i loro primi passi come band.
Nel 1983 il quintetto dà vita alla prima – e finora unica – colonna sonora della propria discografia. E’ L’Eneide Di Krypton, colonna sonora per uno spettacolo teatrale che vede in prima linea le tastiere di Antonio Aiazzi e il basso ruggente di Gianni Maroccolo. Col passare degli anni il vinile dell’Eneide di Krypton è diventato un raro oggetto da collezione, come quasi tutto il materiale risalente alla prima era dei Litfiba.


Nonostante il continuo spostarsi on the road – con le date che aumentano vistosamente e con più di qualche concerto in Francia, molto più aperta e interessata al fenomeno della new wave – la band riesce a rientrare in studio per un un nuovo EP. Si tratta di Yassassin. L’EP è il primo registrato dalla band nella formazione storica degli anni Ottanta. Ringo De Palma – all’anagrafe Luca De Benedectis – si unisce alla band come batterista, dando un’ulteriore arricchimento al sound dei Litfiba.

Ma torniamo a Yassassin. Qualche tempo prima i Litfiba per omaggiare il genio di David Bowie avevano proposto dal vivo una cover del brano presente in Lodger. La versione dei Litfiba – molto nelle loro corde, essendo fautori di un rock mediterraneo – piace così tanto all’etichetta discografia che decide di farla uscire accanto a un altro storico brano, Elettrica Danza.

Il 1984 è l’anno del riconoscimento oltre i confini nazionali. Sebbene le date in Italia siano in continuo aumento – i Litfiba suonano ovunque specie nei piccoli borghi di provincia, fa strano sentirlo dire ora – la band ottiene fama e riconoscimento in Francia, Germania, Jugoslavia, Spagna.
Il concerto che il 23 giugno 1984 si tiene nel Lotf-Metropol di Berlino viene registrato e distribuito come bootleg.

I tempi sono maturi per realizzare il fatidico primo LP. Nel gennaio 1985 vede la luce Desaparecido.
Musicalmente il disco paga il suo enorme debito nei confronti della new wave: Eroi Nel Vento probabilmente non avrebbe sfigurato in Boy, Lulù E Marlene è un omaggio all’attrice Louise Brooks. Ma c’è dell’altro. Ci sono le liriche di Istanbul, l’inno lisergiro Pioggia Di Luce – probabilmente uno dei vertici musicali di Antonio Aiazzi – l’antimilitarismo di Guerra e la critica pesante di Desaparecido. I Litfiba danno un’impronta politica al loro disco, sin dal titolo, manifestandosi apertamente contro la guerra e le ingiustizie sociali. Nasce il rock mediterraneo. Una presenza massiccia del genere new wave che però viene arricchito da strumenti tipicamente mediterranei. E’ il caso di Tziganata, uno dei brani più ricchi di Desaparecido.


Nel 1985 la musica rock italiana era legata a gente come Vasco Rossi, Gianna Nannini, Eduardo Bennato. I Litfiba arricchiscono il genere creando un album fondamentale per capire cosa accade nelle cantine delle province italiane, tra contaminazione rock e uno sguardo vigile e attento alle ingiustizie del mondo.

Paradossalmente, i Litfiba in questo periodo sono più apprezzati all’esterno che in Italia. Lo Stivale è ancorato a un rock datato. 

Il seguito di Desaparecido – a cui segue un tour massiccio che dura per tutto il 1985 e 1986 e tocca praticamente tutto lo Stivale, coi Litfiba impegnati a suonare in Germania, Svizzera, Spagna, Francia addirittura Australia – viene anticipato dall’EP Transea, che contiene brani come Transea e Onda Araba e al quale segue 17 Re che esce verso la fine del 1986. Il disco è il più ambizioso della band toscana, contiene sedici brani alla cui scrittura partecipano attivamente tutti i cinque membri della band. Gli arrangiamenti sono curati da Gianni Maroccolo.

Le influenze di ognuno dei cinque Litfiba rendono 17 Re un LP ancora più importante del precedente Desaparecido. C’è n’è per tutti i gusti. Si spazia dal rock di Resta, Gira Nel Mio Cerchio, Cane a brani più contaminati e sfumati come Sulla Terra, Oro Nero, Apapaia, Ferito.
C’è spazio per brani più visionari, basti pensare alla cavalcata di Tango o all’universo lisergico di Pierrot E La Luna, uno dei vertici dell’intera produzione della band fiorentina.

 

Litfiba, 17 Re
Litfiba, 17 Re

I testi della band oscillano dall’antimilitarismo di Ferito e Tango al rispetto delle idee (Apapaia) o alla malattia (Re Del Silenzio). E ancora la critica religiosa di Come Un Dio si alterna al misticismo di Oro Nero.

17 Re rappresenta l’apice stilistico di questi Litfiba. Dopo il 1986 niente sarà più come prima.

Per il 17 Re Tour la band continua a girare per l’Italia. Alle grandi città italiane si alternano date in provincia, fino alla data del 12 maggio 1987 al Tenax di Firenze. Ne esce fuori uno spettacolo emozionante, che viene registrato e distribuito con il nome di Aprite I Vostri Occhi. Il 1987 è l’anno on the road per i Litfiba che chiudono in bellezza l’anno con numerose date in Francia.

L’anno successivo la band dà alle stampe Litfiba 3. E’ il disco più politico e impegnato della band. Il suono si fa più rock, abbandonando le contaminazioni mediterranee che avevano caratterizzato il suono dei precedenti dischi, in particolar modo l’EP Transea e 17 Re. Lo sguardo della band si sposta dall’Oriente all’America, anche grazie a brani come Amigo, Tex, Santiago, Paname, Louisiana che raccontano storie più occidentali come la pena di morte, la pazzia (Ci Sei Solo Tu) e la guerra tra indiani e americani.


Anche i testi cambiano, diventano più accessibili, diretti e fruibili. Possiamo affermare che i Litfiba che verranno nascono proprio da questo disco. In copertina compare il volto di un nero giustiziato sulla sedia elettrica in Florida nel 1988 mostrando, per l’ennesima volta, l’attaccamento dei cinque musicisti alle ingiustizie di tutto il mondo.
Litfiba 3 è il primo approccio della band verso un sound squisitamente rock. Anche il tour che accompagna il disco – e che sarà registrato nel disco Pirata – mostra un sound più aggressivo con la chitarra di Renzulli che inizia a prendere il sopravvento.


Nel 1990 Gianni Maroccolo e Ringo De Palma lasciano i Litfiba. Ufficialmente per divergenze artistiche con il manager Alberto Pirelli. Antonio Aiazzi resta nella band ma la svolta rock del duo Pelù-Renzulli relegherà il Marchese (questo il soprannome di Aiazzi) tra le seconde linee. I musicisti ex Litfiba non faticheranno a trovare un nuova dimensione: vengono accolti a braccia aperte nei CCCP Fedeli Alla Linea di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni. Assieme a loro arrivano anche Francesco Magnelli (collaboratore di lunga data nei Litfiba) e il tecnico del suono dell’ex quintetto: Giorgio Canali.
La vita di Ringo De Palma finisce in tragedia nel 1990, mentre Maroccolo continuerà a collaborare nei vari progetti di Lindo Ferretti, fino ai Per Grazia Ricevuta.

Soltanto verso la fine del 2012 si apre uno spiraglio per rivedere assieme la storica formazione. Nel 2013 la conferma: Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi rientrano nei Litfiba per un tour celebrativo dello storico materiale degli anni Ottanta. Ne esce fuori anche un disco, Trilogia 1983-1989, un doppio album dal vivo con i migliori pezzi della band proposti dal vivo in quella che con gli anni è diventata La Trilogia del Potere ovvero Desaparecido, 17 Re e Litfiba 3. Alla batteria si siede Luca Martelli, batterista proprio di Giorgio Canali.

Tra leggende e storie vere il cammino di questi cinque, anzi quattro, ragazzi continua a incrociarsi di tanto in tanto regalando pezzi straordinari e una pagina indelebile nella storia del rock italiano.

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