Peaky Blinders

Peaky Blinders e l’intrattenimento made in UK

Su Diario di Rorschach parliamo di una serie inglese tra le più riuscite degli ultimi anni, con un immenso Cillian Murphy: Peaky Blinders.


Secondo la leggenda, i Peaky Blinders erano una gang giovanile attiva durante i primi anni del 1900. Erano famosi per utilizzare lame di rasoio dentro la visiera dei loro berretti. In realtà sappiamo pochissimo della temeraria banda di rapinatori di Birmingham. Quello che ci viene mostrato nelle – sinora – tre stagioni della serie tv che prende spunto dalla loro storia, è frutto del genio dello sceneggiatore inglese Steven Knight.

La storia di Peaky Blinders – questa volta parliamo della serie televisiva in onda dal 2013 – è la storia di tre fratelli. Thomas, Arthur e John. Arthur è il capo, Thomas è il più scaltro dei tre e il più avvezzo agli affari. Il suo sogno è quello di legalizzare al massimo l’attività dei Blinders, legata soprattutto al mondo delle scommesse clandestine – cavalli in primis – alla protezione ma anche alle rapine e, quando necessario, agli omicidi.


La storia inizia a cambiare quando arriva a Birmingham C.I. Campbell inviato da Curcill in persona. Campbell – Sam Neill – deve porre fine al regno dei tre fratelli. Ma il periodo storico è alquanto movimentato. Non ci sono solo i Peaky Blinders.
Ci sono gli attentati dei terroristi irlandesi, gli scioperi nelle fabbriche, nuove idee e nuovi fomenti che arrivano dall’Est Europa, una società che inevitabilmente assorbe tutto questo, e che cambia. Nessuno può restare indietro.

Vedere Peaky Blinders è come trovarsi tra le strade di Birmingham nei primi anni del 1900. La Prima Guerra Mondiale è finita e i tre Peaky Blinders – soprattutto Thomas – hanno ricevuto medaglie per i loro servizi. Ma anche cicatrici, come quelle che indossa Arthur, il più violento e volubile dei tre fratelli, tormentato dai ricordi di guerra.
Interessante la loro crescita, il loro cammino, le loro cadute nel corso delle stagioni.


Oltre a mostrare la voglia e il bisogno di Thomas di affermarsi, Peaky Blinders mostra gli sviluppi di personaggi affascinanti e dolorosi. Umani e fragili.
Thomas Shelby – Cillian Murphy alla prova più convincente della sua carriera – è un personaggio misterioso. Tanto quanto il dottor Thackery di The Knick o Donald Draper di Mad Men. Un passato sconosciuto che viene svelato puntata dopo puntata.

Peaky Blinders non è la solita storia di gangsters, ma qualcosa di più vero. E’ una storia di crescita, di dolore, di morte, di vendetta. E’ anche una vicenda di compromessi, come quelli che stringe Thomas pur di portare avanti il sogno di legalizzare le attività della sua famiglia.
Il confine tra protezione e annientamento della famiglia diventa sempre più sottile.

Nel corso delle tre stagioni il percorso umano di Thomas non conoscerà pause, inframezzato da grandi amori – come quello per Grace – e dolorosi tradimenti. Abbondano ovviamente i colpi di scena.
Gli avvenimenti dei sinora diciotto episodi – sei per ogni stagione – vengono inframezzati dal ritmo di brani di Pj Harvey, Tom Waits, Queens Of The Stone Age, Leonard Cohen, David Bowie. Ma soprattutto Nick Cave. La sua Red Right Hand è l’opener di ogni singolo episodio di Peaky Blinders, ma molti suoi brani fanno parte delle OST delle tre stagioni.

In attesa di capire quando uscirà l’agognata quarta stagione – la terza è uscita nel Giugno 2017 – Peaky Blinders si dimostra un serial di intrattenimento puro. Un prodotto che ha tantissimo potenziale da mostrare.

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