Stranger Things

Stranger Things – Strane cose accadono

In attesa dell’imminente seconda stagione, parliamo dei primi otto episodi di Stranger Things, il prodotto capolavoro di Netflix


Tra i tanti buoni prodotti usciti negli scorsi anni, un posto rilevante lo merita indubbiamente Stranger Things. La serie di Netflix, uscita il 15 Luglio 2016 è una storia avvincente e misteriosa, ambientata nel 1984. Un gruppo di ragazzini – e questo ricorda I Goonies, E.T. o Stand By Me di Stephen King – appassionati di giochi da tavolo, The Lord Of The Rings e scienze resta turbato quando uno di loro, Will, misteriosamente scompare.
Nello stesso momento compare una ragazzina altrettanto misteriosa, Eleven. La piccola cittadina di Hawkins è sconvolta – ricorda un po’ Twin Peaks – e cerca di dare una mano nel ritrovamento di Will.

Stranger Things vive di citazioni. Ogni fotogramma viene riempito di prodotti, oggetti, giochi, poster, vestiti risalenti all’epoca. Da questo punto di vista la ricostruzione è praticamente perfetta. Inattaccabile. Allo stesso tempo sarebbe ingiusto affermare che Stranger Things viva esclusivamente di citazioni. Non è così. Nonostante le easter eggs che riguardano Steven Spielberg, John Carpenter, Stephen King e chi più ne ha più ne metta, la serie si muove in maniera autonoma con un intreccio di tutto rispetto e colpi di scena ad ogni finale di episodio.

La scomparsa di Will è tanto misteriosa quanto inquietante. La madre Joyce – interpretata da Winona Ryder, una che gli anni Ottanta li ha vissuti veramente grazie a film come Square Dance e Beetlejuice – non si dà per vinta e scopre suo malgrado un modo tutto particolare di comunicare con il figlio. Attraverso la luce delle lampadine. Nel frattempo un’altra inspiegabile sparizione – sparisce Barb, amica stretta di Nancy, altro nome che ci rimanda subito a Nightmare on Elm Street di Wes Craven – fanno piombare Hawkins in un clima cupo e desolante. Una cittadina sempre più isolata dove le uniche speranze sembrano essere quelle di Mike, Dustin e Lucas, i ragazzini nerd degli anni Ottanta.

Stranger Things, Lucas, Dustin, Mike e Eleven in azione
Stranger Things, Lucas, Dustin, Mike e Eleven in azione

Il mistero si fa sempre più fitto. Puntata dopo puntata. Abbiamo detto che ogni episodio degli otto della prima stagione viene arricchito da tantissimi elementi. La trama stessa sembra sbucare fuori da un libro di Stephen King – ogni episodio è un capitolo – o da una serie tv creata da Spielberg. A reggere il peso degli avvenimenti troviamo Winona Ryder, in splendida forma. Ma non è la sola. Abbiamo anche un granitico Matthew Modine – altro attore figlio degli anni Ottanta con pellicole come Birdy o Full Metal Jacket – David Harbour, Charlie Heaton, Cara Buono.

I titoli di testa di Stranger Things, con quel font che sembra uscire da un libro di King e la musica iniziale da brividi sembra composta da John Carpenter, introducono un mondo a sé stante. Un mondo dove le regole degli adulti sono differenti da quelli dei più piccoli. Due righe merita poi la colonna sonora. I brani dei Joy Division, The Clash, New Order e David Bowie rendono l’atmosfera ancora più ricca e carica. Atmosphere dei Joy Division compare in un momento importantissimo della serie, per non parlare dell’importanza di Should I Stay Or Should I Go dei Clash. Heroes di David Bowie, rifatta da Peter Gabriel, chiude un episodio tesissimo in un momento in cui le teorie del pubblico vanno a farsi benedire.

La creatura dei gemelli Matt e Ross Duffer affascina e colpisce, stimola e intriga. La serie tv è diventata immediatamente un successo di pubblico e critica, uno dei punti di forza di Netflix che farà uscire il 27 Ottobre gli episodi della seconda stagione. Per ora si sa pochissimo, a detta dei creatori dovrebbe spiazzare i fans storici della prima.
Cosa accadrà nelle nuove puntate?

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