Pulp Fiction

Pulp Fiction, il capolavoro di Quentin Tarantino

The Eight Basterds è una rubrica del Diario di Rorschach che si occupa del Cinema di Quentin Tarantino. Oggi parliamo di Pulp Fiction


Dopo il buon successo di Reservoir Dogs Quentin Tarantino inizia a scrivere la sceneggiatura del prossimo film assieme a Roger Avary. C’è un sottile filo rosso sangue che collega Reservoir Dogs con Pulp Fiction. Ci sono alcuni elementi in comune – una nuova storia sanguinaria, alcuni attori, persino alcuni vestiti di scena – ma quello che rende Pulp Fiction il film perfetto di Tarantino è senza ombra di dubbio il montaggio di Sally Menke.

Già nel precedente film si erano notati diversi stacchi temporali. Il film procedeva avanti e dietro per raccontare i protagonisti del film, quasi il backstage dell’ormai celebre rapina. In questo caso ci sono stacchi temporali ancora più decisi – il film inizia e finisce nello stesso locale, ma il pubblico sa anche quello che accadrà dopo l’uscita del locale, cioè la morte del killer Vincent Vega per mano di Butch – che trasformano il film in un’esperienza visiva senza pari.

Pulp Fiction è influenzato da Alfred Hitchcock, Sergio Leone, Jean-Luc Godard e ovviamente l’exploitation.

Lo scopo è quello di raccontare una storia originale sul crimine. Una storia ricca di sfumature, momenti grotteschi (l’uccisione del ragazzo di colore in macchina) e altri adrenalici come Vincent che salva la vita a Mia.

Nel cast del film compaiono Tim Roth, Harvey Keitel – già visti in Reservoir Dogs – e Steve Buscemi. Se nel primo film di Tarantino il personaggio di Buscemi odiava dare le mance qui regala un cameo dove fa il cameriere. A Tarantino non manca di certo il senso dell’umorismo.


Pulp Fiction, Cristopher Walken e la famosa scena dell'orologio
Pulp Fiction, Christopher Walken e la famosa scena dell’orologio

Nel film compaiono Samuel L. Jackson, Bruce Willis e John Travolta. In particolare per quest’ultimo Pulp Fiction gli riaprì le porte di Hollywood dopo una serie di film contraddittori e scadenti che avevano messo a dura prova la sua carriera.
Uma Thurman, all’epoca giovanissima, è invece Mia Wallace. La moglie del boss del film. All’epoca giovanissima, Uma diventa musa ispiratrice di Tarantino che dieci anni dopo le regalerà una sceneggiatura scritta apposta per lei.

Presentato al Festival di Cannes nel 1994 il film ottiene subito un ottimo successo, grazie a una serie di battute meravigliose – tra tutte il monologo di Jules su Ezechiele 25:17 – e ad alcune scene che lo hanno reso un film iconico, unico. Un film citato praticamente ovunque, un capolavoro pop che ridisegna le regole del Cinema e fa di Tarantino il ragazzo d’oro del Cinema Statunitense.

Se con il suo primo film Tarantino iniziava a farsi conoscere nel mondo del Cinema con Pulp Fiction diventa una superstar a tutti gli effetti. Ancora oggi Pulp Fiction viene tirato in ballo quando si parla di film rappresentativi degli anni Novanta o ancora tra i grandi capolavori del Cinema Contemporaneo.

Dopo l’enorme successo del film, Tarantino scompare per un po’. Ha in mente un progetto diverso, qualcosa che si distacchi dai suoi primi film. Il suo prossimo film sarà qualcosa di opposto rispetto a Pulp Fiction.

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