The Eight Basterds è una rubrica del Diario di Rorschach che si occupa dei film di Quentin Tarantino. Iniziamo con Reservoir Dogs, film del 1992
Sei uomini sono seduti a un tavolo a fare colazione. Sono tutti vestiti allo stesso modo. Hanno nomi falsi. Si stanno preparando per fare una rapina. Per ingannare l’attesa uno di loro, Mr. Brown, racconta un aneddoto su Like A Virgin di Madonna spiegando che è una metafora sulla fava grossa.
Un altro invece – si tratta di Mr. Pink – spiega ai suoi colleghi perché non ama dare le mance alle cameriere.
Il film si interrompe. Titoli di testa. Little Green Bag di George Baker.
Subito dopo la rapina è già avvenuta e Mr. Orange è steso sul sedile posteriore di un auto guidata da Mr. White. Gli hanno sparato.
Il primo film di Quentin Tarantino datato 1992 ha uno degli inizi più originali della storia del Cinema. Reservoir Dogs (Le Iene) è uno dei film-chiave del regista americano. Esce in un periodo storico che rivaluta i film indipendenti. Un periodo storico iniziato nel 1990 con Wild At Heart (Cuore Selvaggio) di David Lynch e proseguito successivamente con Trainspotting di Danny Boyle. I protagonisti non sono più i buoni, ma i cattivi.
Il cinema indipendente americano racconta storie inusuali di personaggi fuori dalle righe. Reservoir Dogs è la storia di un gruppo di rapinatori che tenta un colpo in banca. Il colpo riesce ma qualcuno nel gruppo inizia a sospettare che ci sia una spia. Troppe cose non vanno. Nessuno conosce nessuno, ognuno dei protagonisti ha l’obbligo di non dire il suo vero nome, nel caso venisse arrestato o costretto a confessare.
Dopo aver ottenuto un budget ridicolo – si parla di 30.000 dollari scarsi – Tarantino inizia a cercare location e attori. Una copia della sceneggiatura arriva ad Harvey Keitel – Taxi Driver, The Duellists – all’epoca in cerca di qualche progetto per rilanciare la propria carriera cinematografica. Grazie alla sua produzione il budget arriva a toccare il milione di dollari, spesi per i vestiti dei protagonisti, stivali e occhiali da sole. E ovviamente automobili e pistole.

Reservoir Dogs si eleva a dramma teatrale. Girato praticamente in una sola stanza e della durata di un’ora e mezza, si poggia sulla solidità degli attori protagonisti. E che attori. Harvey Keitel, un giovanissimo Tim Roth, Michael Madsen, Steve Buscemi e lo stesso Tarantino. Nel cast è presente anche Edward Bunker che di professione fa lo scrittore – ha scritto alcuni dei romanzi preferiti di Tarantino come The Animal Factory, Little Boy Blue e Dog Eat Dog – e che ha passato la maggior parte della sua vita in carcere.
Molti di loro erano giovanissimi, tutti rientreranno nelle grazie del regista di Knoxville che li utilizzerà nei futuri film. La bellezza di Reservoir Dogs sta in alcuni elementi che ribaltano completamente il film classico d’azione.
Dialoghi torrenziali – Like A Virgin di Madonna, le mance, le attrici di colore come Pam Grier – scene grottesche – tra tutte la celebre scena di Mr. Blonde mentre affetta un poliziotto con un rasoio a colpi di musica – e citazioni continue a mirate al Cinema francese, a quello di Hong Kong, a quello giapponese e ovviamente a quello italiano. E poi la musica. Tarantino è un fervente appassionato di musica anni Sessanta e Settanta e non vede l’ora di utilizzare un pezzo invece di un altro. Lo farà in tutti i suoi film, o quasi.
Uscito nel 1992, venticinque anni fa, il film riesce a sdoganare il circuito dei film indie per sbarcare in tutto il mondo. Il film farà parlare tantissimo di questo giovane e promettente regista, cresciuto a pane e film. Ma è solo l’inizio. Due anni dopo Tarantino torna con un altro film, con alcuni attori presi da Reservoir Dogs ed altri nuovi di zecca come John Travolta e Bruce Willis. Un film ancora più potente e sanguinario. Alla prossima puntata.