I fratelli Karamazov, la saga familiare di Fëdor Dostoevskij

I fratelli Karamazov, l’ultimo romanzo di Fëdor Dostoevskij. La recensione di Francesca Romano su Diario di Rorschach


I fratelli Karamazov – La copertina del romanzo

Rivalutiamo i classici.

I fratelli Karamazov, una saga familiare che potrebbe appartenere in potenza a tutto il genere umano, le vite dei personaggi che si intrecciano in grovigli inestricabili di passioni, violenze, soprusi, menzogne.

Vite in cui la presenza del trascendente è costante, in cui Dio c’è e all’improvviso scompare, in cui il male si fa carne e azione per far poi precipitare nel baratro l’anima dei protagonisti e il corso degli eventi che li riguardano.

Alesa, Dimitri, Ivan, questi i tre fratelli Karamazov, ognuno con il suo carattere, ognuno con il suo demone, ognuno con ciò che possiamo ritrovare in ognuno di noi: passione, devozione, intelletto ma anche vendetta, rassegnazione, paura, coraggio.

Il romanzo si apre con Alesa e con lui si chiuderà passando attraverso Dimitri, la sua passione travolgente per Grusenka, donna senza scrupoli amata dal padre con cui Dimitri arriverà ad un violento scontro.

Un capitano dell’esercito, la sua ira, un sacerdote e la sua spiritualità, un intellettuale e i suoi dubbi sul mondo e sulla vita.

Ed è il concetto di giustizia a permeare di un alone magico questo romanzo, giustizia terrena, giustizia divina.

Giustizia da farsi da soli, la giustizia dei tribunali.

L’innocenza, la colpevolezza, la verità oggettiva, la verità soggettiva.

La rabbia, il rancore, l’odio, la dolcezza, l’amore, Dio, l’uomo.

Questi sono gli elementi portanti dell’interiorità dei protagonisti, questo il cocktail di sentimenti che trascina il lettore fino all’ultima pagina del libro senza fiato, storie intrecciate senza soluzione di continuità.

Ed ognuno di noi farà il tifo per uno dei tre o per tutti e tre ma non riuscirà a rimanere neutrale, perché Ivan, Alesa e Dimitri siamo in fondo tutti noi.

Francesca Romano

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