L’estate di Kubrick è una rubrica del Diario di Rorschach. Oggi parliamo di Full Metal Jacket, film sul Vietnam di Stanley Kubrick del 1987
Il Sergente Maggiore Hartman osserva i nuovi arrivati del corso di addestramento per diventare marine. Li guarda, li prende in giro. Li provoca. Infine li umilia. A uno a uno i soldati vengono derisi, sbeffeggiati, viene mostrato loro che stanno iniziando un corso duro, difficile, psicologicamente e fisicamente.
L’inizio di Full Metal Jacket – subito dopo i titoli di testa che mostrano gli stessi soldati mentre vengono rapati a zero – è uno dei più sensazionali del Cinema di Kubrick. Il monologo di Hartman è entrato a far parte della storia del Cinema, così come le immagini dell’addestramento. Unione di crudeltà e follia.
Come se fossimo davanti a una nuova Cura Ludovico, ai pazienti viene chiesto di obbedire, uniformarsi e reprimere chi non la pensa come loro, come nel caso del marine Palla di Lardo, interpretato da un Vincent D’Onofrio all’epoca giovanissimo ma già attore di razza. Soldati come Palla di Lardo diventano un problema, perché non riescono a seguire le regole. Il gruppo di marine ne risente. L’unica soluzione è un po’ di sana violenza, per dirlo alla A Clockwork Orange. Solo che questo non è un film di fantascienza.
Full Metal Jacket mostra il dietro le quinte della guerra. Ne rivela l’addestramento, le motivazioni, la psiche di giovani soldati desiderosi di battersi per la Patria in Vietnam. A differenza di molti film usciti in quegli anni – pensiamo a Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, The Deer Hunter di Michael Cimino o a Platoon di Oliver Stone uscito nel 1986 – Kubrick analizza le motivazioni dei soldati, studia i loro comportamenti, decodifica gli atteggiamenti dei protagonisti, tra tutti il soldato Joker, interpretato da Matthew Modine. L’alienazione, l’odio, il rancore sono i protagonisti del film, visti attraverso gli occhi del giovane soldato.

Dotato di un’ironia tagliente e di una sensibilità acuta, il soldato Joker è uno dei protagonisti del lungometraggio di Kubrick.
Un lungometraggio che mostra una guerra logorante dal punto di vista fisico e mentale. Il film è diviso in due parti, la prima mostra l’addestramento dei soldati e la seconda gli stessi soldati – in particolar modo soldato Joker nel frattempo divenuto reporter di guerra – alle prese col Vietnam, la sua violenza e le sue regole.
Il Vietnam di Kubrick non è il Vietnam classico, quello pieno di foreste e fiumi. Siamo in una cittadina semidistrutta, dove i soldati si muovono tra le macerie di una civiltà che sta morendo. Full Metal Jacket non è perciò il classico film di guerra. E’ un commedia nera, un film grottesco ma allo stesso tempo potente.
Nonostante all’epoca i film di guerra sul Vietnam abbondassero, quello di Kubrick si rivela ancora una volta un lungometraggio prezioso. Si distacca dai classici film di guerra e mostra ancora una volta il talento del regista americano. Per vedere un nuovo film di Kubrick occorrerà aspettare più di dieci anni. Dieci anni di idee, progetti, film non realizzati, prima di Eyes Wide Shut.