The Shining

The Shining – Stanley Kubrick vs Stephen King

L’estate di Kubrick è una rubrica del Diario di Rorschach. Oggi parliamo di The Shining, il film horror di Stanley Kubrick del 1980


Brian De Palma è un giovane regista statunitense. Ha al suo attivo numerosi cortometraggi e qualche film quando nel 1976 trasforma in pellicola il primo racconto di un altrettanto promettente talento. Stephen King. Carrie (Carrie – Lo sguardo di Satana) è il primo film tratto da un romanzo di King, un modus operandi che ancora oggi viene riproposto al Cinema.
Stanley Kubrick si ritrova tra le mani un libro del talentuoso scrittore. The Shining. Deciso a trattare un nuovo genere cinematografico – anche per riscattarsi dalla cocente delusione del precedente Barry Lyndon – il regista mette le mani su una storia ansiogena, claustrofobica e da incubo.


Jack Torrance è uno scrittore che per dedicarsi al suo nuovo romanzo passa l’inverno presso l’Overlook Hotel accompagnato della moglie e del figlioletto, Danny. Jack deve fare da guardiano, controllare che l’albergo non dia problemi durante l’assenza dei proprietari e mantenerlo in uno stato ottimale per la riapertura della primavera successiva.
Le abbondanti nevicate, gli screzi con gli altri membri della famiglia, la claustrofobia creeranno un mostro. Jack impazzisce e minaccia di uccidere la sua famiglia.

Per rendere al meglio l’atmosfera horrorifica dell’albergo, Kubrick infarcisce la pellicola di momenti crudi, da incubo. La stanza inondata di sangue, le gemelle – omaggio alla fotografia di Diane Arbus – il labirinto. Tutto è un meccanismo che non aspetta altro che esplodere. Danny, il figlio di Jack, ama girare per i corridoi dell’Overlook con il suo triciclo. Per rendere ancora più realistico il senso di angoscia Kubrick utilizza una steadycam per rendere al meglio i movimenti di Danny.


Shining, una foto dal set
Shining, una foto dal set

Senza la steadycam l’operatore della macchina da presa avrebbe dovuto seguire Danny e il suo triciclo con la cinepresa a spalla, creando leggeri movimenti ondulatori che la steadycam non crea. La ripresa è più sinuosa, più elegante, ma anche più angosciante. Lo spettatore segue Danny di spalle, mentre si aggira per i lunghi corridoi dell’Overlook, con la colonna sonora curata da Wendy Carlos, Bèla Bartòk, Gyorgy Ligeti e Krysztof Penderecki.

The Shining è l’ennesima critica all’Uomo, un ritratto buio e pessimista dell’essere umano che non riesce a fare a meno della violenza, della follia. Nascosta tra le piaghe di una famiglia come tutte le altre, con segreti, bugie e scheletri nell’armadio. Jack Nicholson regala una delle sue performance migliori nei panni di Torrance, scrittore fallito che conosce da vicino la follia.
The Shining è anche una critica alla famiglia.

Al fianco di Nicholson, Shelley Duvall – Nashville, Annie Hall – nei panni di Wendy Torrance. Se durante le riprese il rapporto tra Jack Nicholson e Kubrick era collaborativo, la stessa cosa non si può dire del rapporto tra la Duvall e il regista. Come abbiamo avuto modo di conoscere – anche nel primo film The Killing – spesso Kubrick si scontrava con i membri della troupe, anche per stimolarli a fare meglio, molto meglio. Celebri in questo senso sono gli scontri con la Duvall, l’insoddisfazione di Kubrick e l’esaurimento nervoso dell’attrice, costretta a ripetere le stesse scene anche trenta o quaranta volte. La Duvall sarà poi candidata ai Razzie Awards come Peggior Attrice.


Ma gli scontri non finiscono qui. Kubrick diventa sempre più metodico, più perfezionista, più lento. Le riprese del film durano un anno. La troupe inizia a non tollerare i metodi di lavoro di un Maestro del Cinema che col tempo vuole ed esige solo la perfezione. All’uscita del film The Shining ottiene applausi dalla critica e dal pubblico, diventando il film più popolare del regista newyorkese. Ancora oggi il film viene considerato uno dei film più importanti per il genere horror. Se non il più importante. Tra tanti applausi, qualche insoddisfazione. Stephen King non è soddisfatto della pellicola e accusa Kubrick di aver stravolto completamente il senso del romanzo. Nel 1997 lo scrittore darà vita alla sua versione cinematografica del romanzo, ma è una sfida persa in partenza.

Abbiamo parlato della lentezza di Kubrick. Per il nuovo film, dopo The Shining, toccherà aspettare ben sette anni. E’ il 1987 e Stanley Kubrick racconta la Guerra. Ancora una volta.

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