Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L’Ultima Crociata. Il prequel della trilogia batmaniana firmato Miller – Azzarello

Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L’Ultima Crociata, il prequel della trilogia sul Cavaliere Oscuro firmato MillerAzzarello. La recensione su Diario di Rorschach


Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L'Ultima Crociata
Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L’Ultima Crociata – La copertina del fumetto

Creare una degna base storica attingendo direttamente dal mondo batmaniano.

Il lavoro della geniale coppia Miller – Azzarello può essere riassunto in questo modo grazie ad un’opera che non solo pone le fondamenta per una spettacolare trilogia ma riadatta ottimamente le avventure del mascherato allo stile milleriano.

Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L’Ultima Crociata, infatti, è riuscito facilmente a centrare il duplice obiettivo di illustrare la storia del vigilante di Gotham City prima del ritiro, avvenuto ufficialmente ne Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, e riprendere – almeno nell’idea – l’arco narrativo di Una  morte in famiglia (del duo Starlin – Aparo) ed immergerlo nel contesto più dark dell’universo fumettistico.

L’idea di creare una storia che giustificasse l’evoluzione milleriana di Batman nasce da diversi elementi sorti durante uno specifico periodo di tempo; siamo nel 2016 e lo sceneggiatore/fumettista statunitense è impegnato con il terzo capitolo della saga (DK III: Razza Suprema) che andrebbe a chiudere (?) il ciclo di fumetti nato nel lontano 1986.

Come accaduto con Batman: anno uno, scritto successivamente al primo capitolo sul multiverso DC, anche in questo caso Miller sente la necessità di far scoprire ai lettori quella scelta che portò, circa trent’anni prima, Bruce Wayne ad appendere al chiodo il costume dell’eroe.

Nasce in questo modo Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L’Ultima Crociata che, attrverso il supporto di autori e disegnatori coinvolti, riesce tanto a creare una dignitoso prequel della trilogia quanto omaggiare un passato radioso in cui venivano preannunciati grandi cambiamenti nella figura del mascherato.

 

LA TRAMA

Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L'Ultima Crociata
Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L’Ultima Crociata

La storia comincia con l’arresto, da parte di Batman e Robin (Jason Todd), del Joker che viene condotto nel manicomio criminale di Arkham.

L’opinione pubblica, nonostante l’entusiasmo per il lavoro dei due vigilanti, comincia una battaglia mediatica contro la coercizione mentale del pipistrello nei confronti del ragazzo meraviglia, ritenuto troppo giovane per una lotta al crimine.

In questa situazione, Bruce Wayne comincia a sentire i segni dell’età, dopo alcuni colpi proibiti subiti dal pagliaccio, e a preoccuparsi per l’eccessiva irruenza mostrata dal nuovo pettirosso dopo l’assalto alla banda del villain.

Joker, rinchiuso nel penitenziario criminale, mostra nel frattempo una grande abilità nel raggirare le menti degli altri ospiti del maniconio – a suo vantaggio, chiaramente – mentre Batman e Robin scoprono uno strano delirio da parte dei personaggi più facoltosi della città.

Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L'Ultima Crociata
Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L’Ultima Crociata

Da questo preciso momento le storie del supercattivo e dell’eroe proseguono in maniera parallela, influenzando in maniera netta la vita e le decisioni dell’altro.

Il criminale, infatti, fugge dal manicomio grazie all’aiuto dei suoi nuovi adepti mentre il dinamico duo, dopo uno scontro con Killer Croc che riduce Batman in condizioni precarie e dopo aver scoperto che il giro dei miliardari di Gotham è legato a Poison Ivy, viene condotto dalle vicende ad una forte discussione interna che porterà ad una sorta di rottura nella coppia.

L’eccessivo atteggiamento protettivo da buon padre adottivo di Bruce e la sfrenata esuberanza unita ad un amore troppo smisurato per la violenza di Robin, conducono al degno finale, figlio di Una morte in famiglia, che porterà il protagonista a pensare seriamente di ritirarsi dalla vita da vigilante.

Difatti, nonostante l’ordine del suo mentore di non seguire Joker, Robin esce allo scoperto alla volta del villain.

Condotto di proposito alla residenza del pagliaccio, Jason è preda di una trappola, pensata appositamente dal cattivo come risposta all’arresto, in cui viene colpito ripetutamente alle spalle da due individui fino alla sua, desunta, morte.

 

CARATTERISTICHE DEL FUMETTO

Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L’Ultima Crociata è una storia che si rende apprezzabile sotto diversi punti di vista.

Il quartetto Miller – Azzarello – Romita Jr – Steigerwald è riuscito a caratterizzare come non mai una narrazione autoconclusiva centrando perfettamente il duplice obiettivo di esaltare la trilogia e rendere omaggio a ciò che è stato.

La decisiva unione di questi due elementi è cruciale tanto da non sfigurare di fronte alle successive avventure, pur avendo a disposizione solamente poche pagine.

In una sorta di passaggio immaginario ad una nuova epoca fumettistica, in cui viene messa in discussione l’intera integrica fisica e morale del vigilante, Il Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: L’Ultima Crociata si rende padre di un passaggio ad un Batman più maturo, riflessivo e ancora più vicino alle difficoltà di tutti i giorni.

Il dato, chiave per il recupero delle basi rivoluzionarie milleriane, è evidente in un cambiamento del personaggio, attraverso un percorso evolutivo che parte dalla prima pagina per terminare all’ultima, è in una chiara strategia narrativa – che riprende appunto Starlin – Aparo – in cui, dichiaratamente, si cerca un pretesto più grande per porre fine, temporaneamente, alle avventure dell’eroe.

Fondamentale, inoltre, è la presenza di diversi personaggi del bat –  mondo che, a partire proprio da Joker e Jason Todd – co-protagonisti dell’intera vicenda che porterà al ritiro di Batman – , riescono ad esaltare le vicende del pipistrello, mettendo in discussione tutte le sue poche certezze, e l’universo fumettistico nato attorno al mascherato.

Decisive risultano anche le tavole di Romita Jr.(discusso disegnatore Dc) che  sconvolge il tratto milleriano, mantenendo le atmosfere oscure ma utilizzando un tratto più forte – evidenziando la fisicità delle figure – e diversi primi piani, e le chine di Steigwal che riescono a giocare in maniera efficace sulla luce e, di conseguenza, sulle tante scene presentate dall’albo.

Alessandro Falanga

 

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