L’estate di Kubrick è una rubrica del Diario di Rorschach. Oggi parliamo di A Clockwork Orange – Arancia Meccanica del 1971
2001 A Space Odyssey aveva trasformato Stanley Kubrick in un regista affermato, nell’Olimpo dei grandi. Per il nuovo film il regista statunitense decide di fare tesoro delle precedenti esperienze per creare qualcosa di unico e originale. A Clockwork Orange (Arancia Meccanica) può essere definito – anche ma non solo, ovviamente – un film di fantascienza. Siamo in una società futuristica, in un futuro non ben definito. Alex è un drugo, un giovane che ama l’ultra-violenza e Ludwig van Beethoven. Assieme ai suoi fidati amici passa le notti al Korova Milk Bar a pianificare furti, rapimenti e stupri. Alex è il leader incontrastato del quartetto ma a causa di una serie di inganni viene tradito e messo in prigione per l’uccisione di una giovane donna.
In prigione Alex prova a redimersi e appena viene messo a conoscenza della Cura Ludovico fa di tutto per essere ammesso. Il progetto ideato dal Governo riesce a estirpare il seme violento dall’Uomo. Alex partecipa al progetto, con la promessa che dopo quindici giorni di esperimenti sarà libero.
A Clockwork Orange (Arancia Meccanica) è probabilmente il film perfetto. Ogni aspetto del film rasenta la perfezione. Dalla regia magistrale di Stanley Kubrick – che nel film si sbizzarrisce e usa anche il grandangolo per esasperare gli interni – al montaggio curato da Bill Butler passando per la fotografia di John Alcott. Per non parlare dei costumi – curati dalla nostra Milena Canonero – e delle scenografie assolutamente meritevoli di lode.
Stanley Kubrick continua la sua analisi sull’Uomo. Questa volta viene privato di un elemento fondamentale. Il male, la distruzione, la violenza. L’Uomo scopre che senza di esse egli non può definirsi Uomo. Una volta rilasciato Alex diventa vittima a sua volta di abusi e soprusi, senza che egli possa reagire. Il progetto Ludovico infatti estirpa il male dall’Uomo e lo rende incapace di commettere azioni violente. Ogni volta che Alex prova a fare violenza, viene assalito da conati di vomito. Il barbone che pestava all’inizio del film diventa suo carnefice, una delle sue vittime Dick diventa il suo aguzzino che lo tortura a sua volta con la musica di Beethoven che Alex non può più ascoltare in quanto durante la cura veniva utilizzata proprio la sua musica.
I suoi ex amici, vecchi drughi sono diventati poliziotti. Lo Stato ha usato la loro tendenza violenta per i propri scopi.

L’Uomo non può allontanarsi dal Male, dalla violenza. Le vittime di Alex – ancora più incattivite – diventano maligne a loro volta nei confronti del giovane protagonista. Come se il Male fosse una malattia trasmissibile a chi l’ha subito, ingiustamente o meno.
A Clockwork Orange è un film perfetto. Dialoghi memorabili, battute clamorose, una morale di fondo assolutamente moderna. Tanto per cambiare il film venne criticato alla sua uscita, molti ragazzi, galvanizzati dal film iniziarono a rapinare ville e a pestare barboni. Il film diventa un caso e molti familiari delle vittime minacciano Kubrick e la sua famiglia, costringendolo a ritirare il film dalle sale inglesi. Resterà proibito per diversi anni. Stanley Kubrick aveva mostrato al suo pubblico il Male con un film futuristico e imprescindibile. Adesso era tempo di tornare al passato. Con un film nuovo di zecca.