92 minuti di applausi – Cari fottutissimi amici, la Firenze liberata di Mario Monicelli

92 minuti di applausi chiude, con questo ultimo appuntamento, il nostro tributo a Paolo Villaggio. Su Diario di Rorschach la recensione di Cari fottutissimi amici


92 minuti di applausi
92 minuti di applausi – Cari fottutissimi amici, la locandina del film

La comicità è sempre stato un elemento portante nella vita di Paolo Villaggio.

Oltre alle note caricature, rappresentate ottimamente nei Fantozzi e nei Fracchia, l’attore genovese ha anche proposto delle maschere comiche di alta caratura attraverso i film di grandi maestri del cinema italiano.

Nell’ultimo appuntamento di 92 minuti di applausi – rubrica sorta in memoria di Paolo Villaggio, scomparso di recente – vi proponiamo un film di Mario Monicelli in cui emergono le grandi doti artistiche del personaggio: Cari fottutissimi amici.

Pellicola del 1994, Cari fottutissimi amici snoda la propria trama attorno le disavventure di un gruppo di individui a dir poco sui-generis.

Capeggiati dall’ex pugile Ginepro Parodi detto “Dieci”(Villaggio),  la banda di disperati gira in lungo e in largo la Toscana, sperando di racimolare qualcosa fra le fiere di paese, offrendo spettacoli di box dilettantistico dal vivo.

La compagnia di spettacoli pugilistici itinerante, formata da individui lontani dall’essere solo semplici sportivi, dopo aver accolto un’ex carrista disertore, che diventerà – grazie al suo fisico – la punta di diamante della scuderia, una ex ausiliare e un cane inizia il suo tour per la regione andando incontro a diverse situazioni grottesche e surreali.

Nonostante le diverse critiche nei confronti del regista romano – accusato di “stanchezza artistica” anche a causa dello scarso successo al botteghino – il film può essere considerato una vera e propria perla che, oltre a far emergere una comicità amara, porta alla luce una serie di momenti di vita quotidiana di quel periodo.

92 minuti di applausi
92 minuti di applausi – Paolo Villaggio nel ruolo di Ginepro Parodi detto “Dieci”

In Cari fottutissimi amici, la figura di Dieci, perno della storia presentata, emerge facilmente per diverse motivazioni.

Infatti, la sua centralità si rende fondamentale per l’intero arco narrativo ma senza mai oscurare gli altri attori presenti nel film.

Questo elemento, che descrive perfettamente la portata artistica dell’attore genovese – importantissimo al punto da sostenere, in determinate situazioni, il peso della pellicola praticamente da solo – , si ricollega ad un secondo dato che caratterizza interamente il personaggio stesso.

Parodi, difatti, è una figura peculiare i cui tratti sono delineati dal perfetto mix tra i diversi personaggi di Paolo Villaggio al suo interno.

La goffaggine fantozziana, la compostezza sperelliana di Io speriamo che me la cavo e il cinismo di alcuni personaggi di Steno e Salce, rendono Dieci un personaggio atipico, comico e allo stesso tempo drammatico, pieno di energia ma timoroso di subire ritorsioni e, soprattutto, sognatore di un domani incerto ma migliore del recente passato.

La prova di Villaggio nel film, quindi, è praticamente magnifica riuscendo ad incarnare, in altro stile rispetto alle esperienze precedenti, l’italiano medio un po’ furfante e un po’ eroe.

Il suo personaggio, infine, si pone al centro di un duplice obiettivo che da un lato tende a dare un senso alla propria vita, attraverso l’improbabile banda d’improvvisati boxeur, e dall’altro ad insegnare agli amici, in base all’esperienza passata, come affrontare le difficoltà della vita, sfruttando l’inesauribile ottimismo provocato dalla fine del conflitto mondiale.

Il sapore agro-dolce degno del grande commedia di Monicelli si rivela anche in Cari fottutissimi amici, rendendo la storia divertente e leggera, con situazioni comiche notevoli e tanti colpi di scena.

Nel racconto, dal solito tratto sarcastico e picaresco, si ripropongono alcuni dei temi più famosi della commedia all’italiana che – attraverso l’esaltazione di temi come l’amicizia, la guerra e la voglia di sopravvivere – riescono a dipingere perfettamente la disastrosa condizione in cui i protagonisti sono costretti a vivere, riuscendo comunque a farsi strada tra mille difficoltà.

92 minuti di applausi

Alessandro Falanga

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