L’estate di Kubrick è una nuova rubrica del Diario di Rorschach. Oggi parliamo del primo lungometraggio del regista newyorkese: The Killing
Come David Lynch anche Stanley Kubrick non nasce regista cinematografico. Sin da adolescente è affascinato dalla fotografia. Ma anche dal jazz e dagli scacchi. Come fotografo collabora con diverse testate tra cui LOOK e LIFE.
Ben presto però si appassiona al cinema e nel 1949 a soli ventun’anni dirige un documentario sul pugile Walter Cartìer: Day Of The Fight a cui segue Fyling Padre.
Il primo lungometraggio di Kubrick è del 1953. Si intitola Fear And Desire al quale segue Killer’s Kiss nel 1955. Questi primi mediometraggi mostrano la passione di Kubrick per la fotografia che viene curata dallo stesso giovane regista.
Il primo film ufficiale di Stanley Kubrick è The Killing (Rapina A Mano Armata) lungometraggio che pesca dalla moda del momento. Siamo nel 1956 e il noir sta toccando l’apice della popolarità con storie di truffe, spionaggio, rapine e tradimenti. In ogni noir che si rispetti c’è l’incorruttibile di turno, che spesso è un detective solitario o un cattivo dal cuore d’oro. E poi c’è lei. La femme fatale che mette in dubbio ideali e credenze del protagonista.
Il giovane Kubrick fa suo l’assioma ma lo usa in maniera originale e inedita. La storia è quella di una rapina in un ippodromo come un normale noir.
Compare la femme fatale – Sherry è la donna di uno dei complici del furto – compare anche il duro dal cuore d’oro, Johnny Clay – interpretato da Sterling Hayden – ma è il montaggio il cuore del film. Un montaggio frenetico – ad opera di Betty Steinberg – che sposta avanti e dietro le lancette dell’orologio di diverse ore per raccontare i singoli spostamenti della gang e che trasforma il film in qualcosa di più di un banale noir.
Il tempo gioca un ruolo fondamentale. La rapina all’ippodromo si basa sul tempo. Sulla precisione negli spostamenti. Anche dieci secondi di ritardo possono far saltare il piano.
Gli eventi sulla rapina sono enfatizzati grazie a un montaggio che mostra gli eventi dal punto di vista di alcuni protagonisti del piano. Un piano che prevede l’uso di diversivi per confondere le forze dell’ordine. Epica da questo punto di vista è la scena che vede coinvolto Maurice – pugile russo amico di Jonny appassionato di scacchi, come Kubrick – in una rissa al bar utile a tenere impegnati i poliziotti mentre Johnny compie la rapina. Una scena grottesca, ironica ed epica allo stesso tempo.

Ma The Killing è anche un film ansiogeno. Si presentano diversi ostacoli per i ragazzi della gang. Diversi imprevisti prima e soprattutto dopo il colpo. Tutto ciò crea suspense e tiene incollati allo schermo dalla prima all’ultima sequenza, fino allo storico finale. L’opera prima di Kubrick – se escludiamo i validissimi mediometraggi d’esordio – è un film acerbo che usa il noir e fa intravedere la passione di Kubrick per le lunghe carrellate che seguono i protagonisti. Storica la ripresa che segue Johnny al bar prima di realizzare il colpo dove incontra Maurice prima che questi scateni la rissa.
Lo stile narrativo si evolve in maniera significativa rispetto ai primissimi film di Kubrick. Una sorta di struttura ad incastro, che mostra la preparazione del colpo dal punto di vista di ognuno dei protagonisti, in modo da approfondirne le rispettive caratterizzazioni psicologiche. La sete di denaro dei protagonisti del film mostra una delle prime regole del Cinema di Kubrick. L’uomo non riesce a vivere senza il Male. Spesso non sa distinguere il Bene dal Male.
Il beffardo finale del film mostra il talento di Kubrick nel raccontare le storie, nel riprenderle e nel creare un senso di incertezza durante tutto il film. Nella sua lunga filmografia Kubrick non smetterà mai di stupire e intrigare il suo pubblico. Seppur giovanissimo inizia ad avere un suo seguito. Che aumenterà di film in film.
Stanley Kubrick seppur giovanissimo dimostra di avere le idee chiare. Da buon giocatore di scacchi si rivela prudente e aggressivo.
Una delle storie che girano su di lui riguardano lo scontro iniziale col direttore della fotografia di The Killing. Nei suoi primi lavori Kubrick aveva curato la fotografia, avendo una notevole competenza tecnica. Il primo giorno di riprese Lucien Ballard – nome importante del Cinema e storico collaboratore di Joseph von Sternberg, Robert Wise, Howard Hughes – svolge un lavoro frettoloso piazzando la cinepresa lontano dal set e montando un obbiettivo 50mm.
Ballard crede che Kubrick sia un novellinoo alle prime armi. Il regista – che ne sa eccome di fotografia – vuole invece la cinepresa più vicina e il 25mm. La differenza sta nel cambio di prospettiva. Nasce un piccolo diverbio. Il regista rimprovera il direttore della fotografia, svogliato e presuntuoso: “se non fai come dico io puoi anche andartene”. Ballard obbedisce al regista. Non sarà il solo.
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