Storie di sport, in occasione del terzo scudetto della Reyer Venezia, omaggia coach Walter De Raffaele. La vita del livornese dalla beffa di Milano alla vittoria di Trento

Il basket è uno sport in grado di far emergere grandi storie, caratterizzate da una serie di elementi strettamente legati fra loro.
Vittorie all’ultimo secondo, serie play-off combattute o semplici prestazioni durante la post-season, sono solamente alcuni degli esempi che questa disciplina è in grado di offrire di volta in volta.
Fra le tante Storie di sport raccontate sul Diario di Rorschach, una delle più interessanti è quella del neo campione d’Italia Walter De Raffaele.
La vita cestistica del coach della Reyer Venezia, oltre ad uno speciale legame fra la sua squadra di allora – la Libertas Livorno – e quella attuale (i cui destini si incronciano paradossalmente nelle stagioni considerate), si caratterizza per un pieno riscatto nel mondo della palla a spicchi dopo episodi poco edificanti in cui è piombato il nostro campionato.
Per comprendere a pieno l’impresa di Walter De Raffaele occorre tornare indietro di qualche anno, precisamente il 27 maggio del 1989, quando il roster toscano – di cui il coach era playmaker – sfiora l’impresa contro i pluridecorati atleti di Milano.
Quella stagione, dove la Hitachi Venezia retrocede durante la stagione regolare, vede i livornesi guidati da Alberto Bucci compiere un cammino straordinario tanto in campionato quanto nei play-off.
Infatti, dopo il secondo posto e l’eliminazione delle due bolognesi nei quarti ed in semifinale, la Libertas ha la possibilità di giocarsi il tricolore contro la Philips Milano del temibile trio Meneghin – McAdoo – D’Antoni.
La serie, come annunciato sin dall’inizio, si rivela appassionante e piena di colpi di scena, fino ad arrivare alla determinante gara 5 in cui entrambe le squadre, con tanta voglia di prevalere sull’avversario, si giocano il tutto e per tutto.
E’ proprio in questo momento che comincia a realizzarsi quel progetto di rivalsa nei confronti del basket tricolore in una delle più controverse Storie di sport, in cui coach De Raffaele si rende pieno protagonista dell’intero percoroso.
Mancano 6 secondi alla fine della partita; Milano è avanti di uno (86 – 85) e Livorno cerca i capitalizzare al meglio l’ultimo possesso a sua disposizione.
Fantozzi raccoglie la palla dopo un passagio lungo di Alexis, andato a rimbalzo dopo una conclusione da tre sbagliata dagli avversari, e serve Forti che, evitando McAdoo sotto il ferro, mette il canestro della vittoria a fil di sirena.
Il palazzetto esplode, con i giocatori che dal campo esaultano per l’impresa compiuta.
Arrivati negli spogliatoi, dopo i festeggiamenti di rito che accompagnano la matricola toscana, arriva la doccia fredda per De Raffaele e compagni.
Il primo arbitro, Zeppilli, comunica alla squadra che il canestro non è valido e che quindi la vittoria è assegnata ai lombardi (forse per fallo, come ammesso anni dopo dallo stesso arbitro, forse per tempo scaduto, anche se effettivamente mancavano nove decimi, non considerati in quel periodo – come l’instant replay -, prima della sirena finale).
Dopo quella tremenda esperienza,ed altri paquet calcati fino al 1997, De Raffaele decide di passare dall’altra parte della barricata attraverso la nuova carriera da allenatore.
La grande occasione, quella del riscatto, arriva nel 2016 quando, successivamente all’esonero di Recalcati dalla panchina di Venezia, viene promosso capo allenatore degli oro-granata.
La prima esperienza fra i lagunari, però, si rivela priva di soddisfazioni e per coach De Raffaele si ripresenta l’incubo di quella finale dell’89 quando, opposto alla corazzata Milano – poi vincitrice della competizione – ,vede svanire definitivamente il sogno scudetto con un 4 – 2 dopo una serie intensa e senza esclusione di colpi.
Il coach livornese, però, nonostante la sfortuna che continua a girare attorno alla sua realtà decide di non arrendersi e, per la stagione 2016/2017, ingaggia un vero e proprio match con la buona sorte per quel celebre riscatto con il mondo del basket.

Come in quella famosa stagione, anche nel 2016/2017 arriva secondo in RS ma, grazie all’ampio e competitivo roster, riesce ad imporsi sugli avversari fino ad arrivare all’atto finale contro la Dolomiti Energia Trento.
Dopo sei gare spettacolari, le ultime due vinte per due e tre punti, e una dimostrazione di forza ostentata tanto sul parquet quanto nella gestione tecnica, Venezia riesce ad imporsi su Trento per 4 – 2, vincendo il suo terzo storico scudetto, e De Raffaele prevalere in una finale che lo catapulta direttamente nell’olimpo del basket nazionale.
La vittoria dello scudetto, quindi, ha permesso al coach di riprendere ciò che gli era stato ingiustamente sottratto anni prima e, allo stesso tempo, di scrollarsi da dosso quella reputazione di vincente a metà che fino a quel momento lo aveva distinto nell’ambiente.

Dato che le Storie di sport non hanno mai un unico protagonista, si può dire che, oltre all’intera squadra – che ha meritato il titolo dopo un percorso cominciato diversi anni fa dalla A2– , l’altra grande figura di spicco è stata Stefano Tonut, figlio di Alberto Tonut (ala della Libertas Livorno).
Il connubio fra De Raffaele e Tonut, difatti, è riuscito a dare lustro a quella giovane squadra livornese che, ventotto anni fa, fu privata di un titolo meritato sul campo e sugli spalti.
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