Faith No More Angel Dust

Angel Dust, i Faith No More e il rock del 1992

L’8 Giugno 1992 usciva Angel Dust, il capolavoro dei Faith No More. La nostra recensione del disco su Diario di Rorschach


Il 1992 va considerato a tutti gli effetti come un anno importantissimo per la storia del rock. Gli anni Ottanta sono alle spalle e i Novanta stanno iniziando a regalare ottimi dischi. Si ha la sensazione che il meglio deve ancora arrivare, fermo restando che alcuni generi musicali – come ad esempio l’heavy metal – iniziano a risultare vecchiotti e necessitano di una bella rinfrescata.
L’anno prima sono usciti già un paio di dischi interessanti, Nevermind dei Nirvana, Ten dei Pearl Jam, il Black Album dei Metallica.


Proprio durante il tour dei Metallica si intravede un gruppo di ragazzi di San Francisco che apre i loro concerti, sono i Faith No More.
Partiti a metà anni Ottanta con un metal tutto sommato di impostazione classica nel corso della loro carriera iniziano a rileggere il genere. Aggiungono elementi funk, ska, persino rap grazie alle voce versatile di Mike Patton che si era aggiunto al gruppo nel 1989 per registrare The Real Thing, ottimo secondo LP della band.
The Real Thing viene considerato un ottimo successo. Trainato dal singolo Epic in continua rotazione su MTV apre ufficialmente gli anni Novanta.
Mike Patton – leader del gruppo – possiede una voce capace di rappare, cantare, urlare con continui cambi di registro vocale a una velocità spaventosa.


Dopo il tour con i Metallica la band entra in studio di registrazione con un solo obiettivo. Cambiare completamente le carte in tavola. Spiazzare i fan della vecchia guarda che già attendevano un The Real Thing 2.

Angel Dust può essere considerato a ragione come il loro capolavoro. Vuoi per la maturità e la chimica raggiunta dal gruppo. Vuoi per l’aggiunta di elementi innovativi per un gruppo heavy metal. Basti ascoltare le tastiere di Land Of Sunshine per rendersi conto che ci troviamo davanti a un LP inusuale. Un vero e proprio masterpiece che anticiperà di dieci anni il nu metal. Caffeine parte come un brano metal classico, se non fosse per il basso tipicamente funk e la voce di Patton, prima aggressiva poi ultramelodica nel ritornello per poi esplodere definitivamente.
La grandezza di questo disco sta nell’unione di diversi generi ma anche nei cambi repentini e nevrotici di tempo. Ogni brano sembra contenere due/tre brani al suo interno tanta è la contaminazione presente su Angel Dust.


Malpractice parte con un intro industrial, altro genere che in questo momento sta conoscendo la sua golden age. Accompagnato dalla voce di Patton che prima urla, poi diventa baritonale e infine dolce. E’ il manifesto della continua ricerca sonora del gruppo originario di San Francisco. Un saliscendi ritmico.
La copertina del disco raffigura un cigno elegante su uno sfondo blu. E’ un’immagine piena di grazia che si contrappone – in parte – all’atmosfera del disco. Lunatica. Sperimentale. Fuori da qualsiasi schema. E per questo indecifrabile. E affascinante.
Be Aggressive è un brano di stampo dance rock lunatico e depravato. Alterna uno strato di tastiere simil-horror a cori di cheerleaders orrorifiche, urla fuori tempo di Patton e stacchi power-chords chiaramente antiestetici.


Midlife Crisis, primo singolo estratto dall’album, utilizza in modo massiccio le tastiere per creare e rafforzare l’atmosfera oscura del disco coadiuvate dal cantato malato di Patton. Oscurità e funk nello stesso brano. Qualcosa di indecifrabile.
Che ci crediate o no il disco termina con una cover. Si tratta di Easy di Lionel Richie (!) ancora una volta per dimostrare quanto la genialità di questo gruppo sia senza limiti.


Dopo aver ascoltato un album del genere è facile sentirsi storditi sia dall’estrema varietà dei generi sia dalla velocità con il quale i generi vengono proposti. Un intricato ed affascinante puzzle fatto di tessere provenienti da mosaici diversi. Qualcosa che solo la fantasia del gruppo poteva creare.
Alla sua uscita – esattamente venticinque anni fa – l’LP fu ben accolto ma la critica fu abbastanza tiepida nelle recensioni. Molti critici restarono piuttosto confusi riguardo a quello che avevano tra le mani. I critici dell’epoca non avevano capito che il disco era avanti almeno di dieci anni. Ci penserà la storia a fare di Angel Dust un must per ogni appassionato del genere. Molti gruppi venuti dopo hanno ammesso l’influenza dei Faith No More e in particolare di Angel Dust. Un disco alieno nella discografia dei Faith No More ma anche per gli stessi anni Novanta. Chapeau.

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