Una moglie per Dino Rossi, il romanzo realista/ironico di John Fante. La recensione dell’opera su Diario di Rorschach

Raccontare la dura realtà, circodanta da mille sfumature, con un pizzico di ironia che riesce a strappare anche una risata, è una peculiarità che solamente pochi scrittori riescono a fare propria.
Fra questi, senza dubbio, si può ritrovare John Fante che, attraverso il suo realismo ironico, dipinge perfettamente la sua quotidianità attraverso la fine descrizione di episodi di vita vissuta.
Questa caratteristica è riscontrabile in Una moglie per Dino Rossi (edito Sellerio 1988), opera del secondo periodo letterario italiano, che immerge il lettore in una sorta di viaggio nei ricordi dello scrittore, in cui il protagonista è la seconda generazione di immigrati negli USA.
Al pari di A Ovest di Roma (qui la recensione), anche in questo romanzo emergono alcune specifiche caratteristiche dell’autore, dove, attraverso la divisione in tre parti dell’opera, ricostruisce al meglio la drammaticità tipica delle famiglie italo-americane, divise fra povertà, tradizioni dure a morire e routine casalinga, all’interno di una serie di situazioni tanto ironiche quanto paradossali incluse in un contesto più ampio.
Una moglie per Dino Rossi (che da il titolo all’opera), Il chierichetto e Prima comunione, infatti, hanno la straordinaria capacità di trasformare il lettore in una specie di osservatore, spesso attraverso gli occhi di un bambino, della scena in continua evoluzione.
Nel romanzo sono presenti diverse caratteristiche che permettono sia alla narrazione che alla scrittura di emergere con forza all’interno delle cento pagine (o poco più) dello scrittore italo-americano.
L’elemento che prevale su tutti, e che si ripete nelle tre storie, investe totalmente la realtà italo-americana degli anni trenta.
Il mutuo soccorso fra conterranei (di qualsiasi tipo), la tradizionale famiglia patriarcale, la cura delle tradizioni (soprattutto religiose) e le avversità di una vita fatta di lavoro e sacrifici, riproducono in tutto e per tutto la realtà di una seconda generazione che da un lato si aggrappa in ogni modo alle propri origini, tendando di non smarrirle definitivamente, e dall’altro cerca di emanciparsi all’interno di un nuovo, differente, sistema.

Chiaramente, come è tipico di Fante, questo intenso scenario viene proiettato in situazioni più che paradossali, come mostra soprattutto il racconto Una moglie per Dino Rossi, in cui si destreggiano i vari protagonisti dalle mille sfumatre.
A tutto ciò, inoltre, si associa una tecnica, usata anche nel racconto L’orgia (A Ovest di Roma), molto efficace e diretta in cui, attraverso il punto di vista del piccolo protagonista, non solo si osserva ciò che accade ma si affronta un percorso di maturazione che abbraccia diversi momenti e diversi luoghi.
Grazie a questo stratagemma lettario, l’autore mantiene viva l’attenzione, inserendo un differente punto di vista su ciò che accade, e, contemporaneamente, permette alla scena e ai personaggi di cambiare in base ai contesti in cui sono inseriti.
Infine, grazie alla tenera descrizione dei protagonisti, riesce a far affezionare il lettore alle figure presenti tanto da empatizzare con queste al punto di condivivere le medesime sensazioni nelle diverse scansioni del romanzo.