Ok Computer

Ok Computer dei Radiohead compie vent’anni. E non li dimostra.

Il 21 maggio 1997 usciva il terzo album dei Radiohead. Ok Computer rappresenta il disco della svolta della band di Ofxord


In the next world war
In a jackknifed juggernaut 
I am born again 
In the neon sign
Scrolling up and down
I am born again
(Airbag)

Il riff granitico di Jonny Greenwood in Airbag apre Ok Computer. Una batteria asettica, dei suoni lontani e la voce di Thom Yorke che racconta di essere sopravvissuto a un incidente è la voce di una generazione in bilico tra il passato degli anni Ottanta e Novanta e il futuro liquido degli anni Zero.

Ok Computer – terzo disco dei Radiohead uscito il 21 maggio 1997 – rappresenta l’apice dei Radiohead. Uno degli apici. E’ un LP di culto che ha raccontato molto meglio di altri dischi il disagio di intere generazioni davanti alla classe politica – they don’t speak for us canta un dolente Yorke in No Surprises, ninna nanna psichedelica – davanti alla produttività alienante – pensiamo a Fitter Happier una sorta di intermission da una parte all’altra del disco – oppure all’amore che diventa violenza soffocante in Exit Music (For A Film).

Fitter, happier
More productive
Comfortable
Not drinking too much
Regular exercise at the gym, three days a week
Getting on better with your associate employee contemporaries
At ease
Eating well, no more microwave dinners and saturated fats
A patient, better driver
A safer car, baby smiling in back seat
Sleeping well, no bad dreams
No paranoia
Careful to all animals, never washing spiders down the plughole
(Fitter Happier)


Nel 1997 il britpop è il genere che tira di più. La rivalità tra Oasis e Blur è sulle copertine di tutti i giornali. Esce Urban Hymns dei Verve. Gli U2 lanciano POP, il loro canto del cigno. I Radiohead avevano pubblicato Pablo Honey – il loro primo disco che conteneva Creep – nel 1993 e The Bends due anni dopo. Il loro terzo LP è un’opera matura che usa sì il britpop – le chitarre acustiche di Paranoid Android o il rock da stadio di Electrioneering o, ancora, l’instant classic Karma Police – ma lo riveste di paranoia e alienazione, con testi impegnati, solitari, ribelli, malinconici, tristi, deprimenti.

I wish that they’d swoop down
In a country lane
Late at night, when I’m driving.
Take me on board their beautiful ship
Show me the world as I love to see it.
I’d d tell all my friends
But they’d never believe me
They’d think that I’d finally Lost it completely
I’d show them the stars
And the meaning of life.
They’d shut me away.
But I’d be alright.
(Subterranean Homesick Alien)


Paranoid Android è uno dei pezzi-chiave di Ok Computer. E uno dei brani più conosciuti dell’intera discografia dei Radiohead. Una mini-suite di oltre sei minuti, contrassegnata da cambi di tempo e tono. Yorke pronuncia frasi apparentemente senza senso. Il brano è uno dei migliori esempi di tutte le idee che i Radiohead avevano in testa in quel periodo. Uniscono tre brani separati tra loro e prendono ispirazione da Happiness Is A Warm Gun dei Beatles. Per provocare MTV la scelgono come singolo. II videoclip è un cartone animato nonsense, totalmente scollegato dalle immagini, in cui un personaggio si abbiglia in maniera inconsueta e si sega braccia e gambe.

La canzone ha un riferimento diretto al personaggio di Marvin, uno dei protagonisti di The Hitchhiker’s Guide To The Galaxy (Guida Galattica Per Autostoppisti). Marvin è un robot costantemente depresso, a causa delle infinite possibilità della sua mente, inutilmente impiegate in attività ripetitive e banali. L’ispirazione di Ok Computer arriva dalla frase “Okay, computer, I want full manual control now” apparsa nello stesso romanzo di Douglas Adams.

Ok Computer è almeno una spanna sopra Be Here Now o Blur – usciti entrambi nel 1997 – perché racconta in maniera veritiera i pericoli e le paure di un’intera generazione. Uno dei segreti del disco risiede nella scelta del produttore. Nigel Godrich. Il produttore inglese – che ha lavorato in tutti i dischi successivi dei Radiohead – aveva collaborato con il quintetto di Ofxord in The Bends. Godrich diverrà poi il sesto membro dei Radiohead. La band decide di affidare a lui la produzione dell’LP e i disegni in copertina a Stanley Donwood altro collaboratore fisso del quintetto.

Il disco omaggia il compositore polacco Krzysztof Penderecki con gli archi curati da Jonny Greenwood in Climbing Up The Walls. Nel corso della sua carriera di scrittore di colonne sonore il più piccolo dei fratelli Greenwood renderà omaggio al compositore polacco in più di un’occasione.


Ok Computer è un caleidoscopio di suoni elettrici, arrangiati divinamente e arrivato vent’anni dopo senza essere invecchiato di un solo giorno. Le storie di Ok Computer sono attualissime, oggi più che mai. Le previsioni di Thom Yorke e soci si sono realizzate e oggi il disco suona più contemporaneo che mai. La profezia di Ok Computer si è avverata. Nelle scorse settimane le capitali delle maggiori città del mondo – Londra, Berlino, Amsterdam, Parigi, Los Angeles – sono state inondate da manifesti che fanno riferimento ai vent’anni del disco più importante degli anni Novanta.

Per celebrarlo in maniera degna i Radiohead pubblicheranno il prossimo 23 giugno una riedizione del disco che conterrà la rimasterizzazione dell’LP ma anche diversi inediti tra i quali la famosa Lift, attesa da almeno vent’anni dai fan dei Radiohead.

Uscito il 21 maggio 1997 il disco ha realizzato pienamente la sua profezia. Vent’anni dopo viviamo un clima politico, culturale e sociale pieno di incertezze e di ansie. Ok Computer dei Radiohead è ancora qui per ricordarcelo.


 

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