massive attack

Massive Attack – Il suono nuovo del trip-hop

I Massive Attack fanno parte di un genere musicale che negli anni Novanta ha raccolto adepti in tutto il mondo: il trip-hop. Su Diario di Rorschach raccontiamo la loro storia


A un certo punto degli anni Novanta Bristol divenne la capitale europea della musica. I motivi stanno negli infiniti generi musicali che hanno messo radici proprio a Bristol. Il reggae, la dubstep e la drum’n’bass hanno mosso i primi passi nei club della cittadina a Sud Ovest del Regno Unito. Bristol ha accolto immigrati africani e caraibici che a loro volta hanno colorato con la loro musica la scena musicale della cittadina. A inizi anni Ottanta due giovani ragazzi – figli di africani e caraibici arrivati a Bristol – iniziano a interessarsi di musica. Sono Andrew Wolves alias Mushroom e Grant Marshall alias Daddy G. Il duo fa parte di un collettivo musicale denominato The Wild Bunch assieme ad Adrian Thaws alias Tricky.


La scena musicale di Bristol durante gli anni Ottanta è variegata e ricca di generi musicali. L’underground muove i primi passi, i giovani – figli degli operai e degli immigrati di una delle zone più industriali dell’Inghilterra – si riuniscono nei club e nei locali che trasmettono musica nuova e sperimentale. Dj-set infiniti che mixano reggae, elettronica assieme all’arte di strada. Tra gli artisti di strada si segnala il giovane Robert Del Naja detto 3D. Robert è figlio di immigrati italiani ed è nato e cresciuto col mito di Maradona e del Napoli Calcio. Appassionato di graffiti è anche un musicista e inizia a gravitare nel circuito dei The Wild Bunch.


Col tempo il collettivo – di cui fanno parte a pieno titolo Mushroom, Daddy G e 3D – inizia a sentire l’esigenza di uscire dai club notturni e di iniziare a produrre musica in proprio. Nascono i Massive Attack. Dopo aver registrato un singolo e un EP nel 1990 firmano per la Virgin Records – interessata all’epoca ai nuovi movimenti alternativi e notturni che iniziano a far ballare i giovani di mezzo mondo – e registrano il primo album Blue Lines che esce nel 1991.


BLUE LINES E LA NASCITA DEL TRIP-HOP


Uscito nell’agosto del 1991 l’LP viene considerato come il primo album trip-hop anche se all’epoca il genere non era ancora diffuso e marchiato come oggi. Blue Lines è un meltin’ pot di generi, tra i quali reggae, dub, hip hop e l’elettronica. Il disco vede la partecipazione di Horace Andy – storico nome del reggae – e di Shara Nelson, Tricky e Tony Brian. Nel disco spiccano Safe From Harm, Daydreaming e Unfinished Sympathy che fanno conoscere il nome dei Massive Attack fuori dai confini del Regno Unito. Blue Lines è un lavoro seminale – e per questo in parte acerbo – che apre le porte di un nuovo genere musicale: il trip hop. Un mix di musica nera ed elettronica.


I Massive Attack campionano Sly & The Family Slone e la cultura della disco music per ottenere il loro mix vincente. Il risultato fu molto apprezzato tanto dall’underground quanto dalla critica più intransigente. All’epoca con lo scoppio della Guerra del Golfo la band fu costretta temporaneamente a cambiare nome in Massive per evitare controversie ma ormai il sound era stato lanciato. E fu inarrestabile.


PROTECTION E IL BRISTOL SOUND


Nel 1994 il trio lancia il secondo attesissimo album. Si tratta di Protection un LP che leviga e migliora le idee già ottime del primo disco. Se Blue Lines viene considerato un disco seminale, Protection è un disco già maturo e attraente. Fa fare il salto di qualità ai Massive Attack. Brani come Karmacoma, Protection, Sly sono esempi calzanti dell’evoluzione dell’arte dei Massive Attack. Dub, techno e – ovviamente – elettronica la fanno da padrone in un disco che diventa sensuale grazie alle collaborazioni di Tracey Thorn (Protection, Better Things), Nicolette (Three, Sly) e degli onnipresenti Tricky (Karmacoma, Eurochild) e Horace Andy (Spying Glass, Light My Fire cover dei Doors in salsa dub). Protection è disco notturno. Oscuro. Da ascoltare ad occhi chiusi nella notte. E’ un disco che culla e inquieta. Spaventa e colpisce.

Massive Attack, Protection cover
Massive Attack, Protection cover

Il trip hop è genere musicale ma anche cinematografico. Alcuni brani del disco sembrano colonne sonore di film immaginari. Film horror (Heat Miser) e film noir (Sly). In questo periodo la stampa inizia a interessarsi al Bristol Sound. E’ vero. Ci sono i Massive Attack. C’è l’amico Tricky. Ci sono anche i Portishead – altri creatori di colonne sonore di film immaginifici – i Morcheeba, gli Archive, i Goldfrapp. La scena pulsa e i Massive Attack la guidano. Nel 1995 esce No Protection una raccolta di remix di Protection curata dal DJ inglese Mad Professor. I Massive Attack offrono svariate chiavi di lettura per comprendere i propri brani. Ma il bello deve ancora arrivare.


MEZZANINE, IL DISCO DEGLI ANNI NOVANTA


Se con Blue Lines avevano preso a prestito il reggae, se con Protection avevano utilizzato la dub e la techno a loro piacimento, con Mezzanine i Massive Attack alzano il tiro e usano un genere ancora più dark del precedente disco. Si divertono a campionare vecchi brani. Per il disco del 1998 usano brandelli di brani di Quincy Jones, Isaac Hayes, del gruppo reggae The Paragons e persino dei Cure. La ricetta è un mix di musica black e dark per uno dei dischi fondamentali per comprendere gli anni Novanta. Mezzanine è un disco variegato, oscuro, claustrofobico.


Parte con il basso ipnotico di Angel e prosegue con le percussioni di Inertia Creeps e la ninna-nanna dream-pop di Teardrop. Con questo disco alzano il tiro, abbiamo detto. Per farlo si rivolgono a Elizabeth Fraser ma anche a Sara Jay Hawley e l’onnipresente Horace Andy. Mezzanine è un omaggio alla new wave e – almeno in parte – al suono degli anni Ottanta dei Cure e dei Cocteau Twins. Ma Mezzanine è anche un disco urban – come il precedente Protection ma molto più inquietante e noir – ma anche paranoico e psichedelico. L’LP introduce le chitarre elettriche nel suono del trio di Bristol abbandonando l’idea che il trip-hop sia musica rilassante. Già con Dummy e Protection sia i Portishead che i Massive Attack avevano fatto capire che il loro universo è variegato, oscuro. Malinconico. Darkeggiante.


Mezzanine è il capolavoro dei Massive Attack. E’ un disco stratificato. Intelligente. E’ un album che riserva continua sorprese anche oggi, vent’anni dopo la sua pubblicazione. Fa conoscere la celebrità al trio. E’ l’album-chiave per comprendere la generazione del pre-Millennium tension. Oltre alla musica l’LP viene sponsorizzato anche grazie ai videoclip. In particolar modo quello di Teardrop diverrà celebre e farà scuola. Sposando l’idea dell’unione di diverse arti – in questo caso musicale e visiva – che era alla base dei vecchi Wild Bunch.

L’evoluzione del suono dei Massive diventa evoluzione visuale. Videoclip sempre più complessi e intriganti. Esibizioni dal vivo ricche e sfaccettate. I tre si spostano dai club ai festival internazionali e la loro musica – già ricca di sfumature – diventa sempre più visiva. Supportata da luci, impianti video e schermi che dal vivo rendono i concerti dei Massive Attack degli eventi imperdibili.
Davanti a tutto questo Mushroom – storico componente del trio – abbandona il gruppo ormai distante da quello che esordiva nei club di Bristol. Mushroom teme che questi cambiamenti possano danneggiare il collettivo e l’idea stessa di musica che si erano proposti di fare. Lascia il gruppo per divergenze artistiche.


GLI ABBANDONI, I RITORNI E 100TH WINDOW


Dopo un lungo periodo passato in tour e l’abbandono di Mushroom, i Massive Attack – ridotti a due – pubblicano nel 2003 il loro quarto album. 100th Window è un disco molto particolare. Daddy G non prende parte alle registrazioni perché nel frattempo diventa padre. 3D resta da solo e in questo LP collabora con la rediviva Sinead O’connor – What Your Soul Sings, Special Cases, A Prayer For England – in un album ancora una volta oscuro e paranoico nei confronti della tecnologia che all’epoca stava prendendo sempre più piede. Meno urban, meno black e meno rock del precedente, 100th Window è un disco sociale e politico dove le idee sociali, politiche e umanistiche di 3D vengono messe a fuoco. Se Mezzanine era un avviso di pericolo, 100th Window ci dice che è troppo tardi per la salvezza.

Massive Attack, 100th Window
Massive Attack, 100th Window

Questo album è l’ideale prosecuzione del disco precedente. Ha anche il compito di mostrare per la prima volta le idee politiche dei Massive – da sempre impegnati nel sociale – che in questo periodo ostacolano in ogni modo la guerra in Iraq del presidente Bush. 3D prende il gruppo sulle spalle. La sua passione per le arti visive – e l’amicizia con Bansky – ingrossano il bagaglio artistico del gruppo di Bristol.


UNA NUOVA FORMULA: HELIGOLAND E GLI EP


Negli anni successivi il duo ricongiunto si distacca temporaneamente dai dischi in formato classico. I due cercano nuove formule chimiche e sonore per proseguire con i loro messaggi. Compongono colonne sonore – Danny The Dog, Gomorra, Bullet Boy – pubblicano il greatest hits Collected – dove presentano anche un paio di nuovi brani tra i quali I Against I con Mos Def e I Want You con Madonna, da sempre grande fan dei Massive Attack – e nel 2009 pubblicano l’EP Splitting The Atom. Una sorta di antipasto del nuovo album.


Il disco – Heligoland il quinto – viene pubblicato l’8 Febbraio 2010. E’ l’LP più variegato del duo. Ogni brano sembra prendere spunto da un disco differente dei Massive Attack. Quasi una cronistoria della loro discografia. All’album partecipano numerosi artisti. Ogni brano può contare sulla collaborazione di un artista differente. Tunde Adebimpe, Martina Topley-Bird, Horace Andy, Hope Sandoval, Damon Albarn, Guy Garvey. Sono nomi che provengono dal rock, dall’indie. Dall’elettronica. Vengono accomunati in questo disco che per forza di cose è sfaccettato. Rispetto a 100th Window – che era più monolitico nel sound – l’LP si apre a differenti strade sonore, ricongiungendosi alle chitarre elettriche, ai bassi e alle percussioni tribali di Mezzanine e al dub/techno di Protection.


Spiazzante, variegato e disorientante, Heligoland è il disco più complesso dei Massive Attack. Non ha un’unica via e per questo ne intraprende tante. Questo può essere un limite o la forza di Heligoland.
Stanchi del formato classico LP i Massive Attack nel 2011 pubblicano l’EP Four Walls/Paradise Circus con Burial. Poi scompaiono. Nel 2016 – proprio mentre tutti aspettano un nuovo album – il duo inglese sorprende tutti pubblicando in inverno l’EP Ritual Spirit – dove si ricongiungono con Tricky – in primavera l’EP The Spoils e in tarda estate il singolo Dear Friend.


Di fronte a queste pubblicazioni sembra chiaro che i due musicisti abbiano scelto più di sorprendere che di restare fedeli a sé stessi con buona pace di chi all’inizio della loro carriera pensava che i Massive Attack facessero solo reggae.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *