Bad boy, il ragazzo cattivo di Frank Miller

Bad boy, il ragazzo cattivo di Frank Miller in fuga da una realtà dispotica. La recensione su Diario di Rorschach


Bad boy, la copertina del fumetto

Negli anni novanta, dopo il successo ottenuto con Daredevil e Batman (in cui vengono ridisegnate tanto le origini quanto le personalità dei vigilanti), Frank Miller si dedica ad una serie di fumetti particolari che tendono a caratterizzarlo nell’ambiente.

Fra questi è possibile ritrovarne uno che, seguendo la strada tracciata dalla saga di Martha Washington, si muove in una realtà totalmente diversa dalla nostra in cui la sopraffazione e la manipolazione dell’individuo sono all’ordine del giorno: Bad boy.

La storia, datata 1997 e disegnata da Simon Bisley, narra le vicende di Jason, un ragazzino di un mondo non definito, che in tutti i modi cerca di sottrarsi a questa oscura realtà.

La descrizione di un mondo dispotico, in questo caso non meglio specificato, rappresenta una delle caratteristiche del Miller fumettista che con questo breve fumetto (46 pagine) sviluppa al meglio molte delle tecniche sperimentate in passato, riproponendo il tema della crudeltà umana sviluppata in un futuro non del tutto inimmaginabile.

 

LA TRAMA

Jason, un ragazzino che mostra circa 11 anni, si sveglia improvvisamente nel letto di un ospedale, tormentato da immagini, non capisce se sogni o ricordi, in cui lui fugge con un’altra bambina di nome Rachel.

All’arrivo dei suoi genitori, o presunti tali, si accorge presto che quella realtà è totalmente assurda e,

Bad boy, una sequenza del fumetto

nonostante non riconosca i suoi genitori nelle persone che lo prelevano da quel posto, si avvia verso casa con una sorta di elicottero.

Sul mezzo, pur essendo ancora stordito, riconosce il sistema automatico di guida e con un guizzo si fionda ai comandi, tentando la fuga.

Il tentativo, però, fallisce e, a seguito della furia dell’interprete di suo padre (fino a quel momento poco più che un inetto dal pianto facile), viene steso da un pugno e riportato in ospedale.

Qui rivive la scena precedente punto per punto ma, avendo capito la trappola in cui è caduto, decide di stare al gioco aspettando nuovi sviluppi per una fuga.

Arrivato nella sua casa, viene aiutato da un gatto geneticamente modificato, che gli mostra la via di fuga svelandogli la presenza di finti ologrammi, ma anche in questa occasione viene catturato da guardie dalle sembianze robot/zombie.

Bad boy, una sequenza del fumetto

Al contrario della precedente volta, riesce ad evitare di aspirare il sonnifero che le stesse guardie gli avevano somministrato in passato e, dopo aver scoperto tutta la verità, pianifica un’ulteriore fuga.

Al suo risveglio, infatti, tutto si ripete ancora ma questa volta prima riesce a liberarsi dai suoi finti genitori grazie al solito elicottero e poi, dopo aver ritrovato Rachel (che si arrende al proprio destino), si tuffa, sempre su consiglio del gatto, da un dirupo (la cui reale altezza è celata da un ologramma) per raggiungere, finalmente, la libertà.

Si schianta su un fondo morbido, dove viene raccolto da una coppia che, in cerca della propria figlia rapita e segregata in quel posto terribile da dove lui viene, lo aiuta ad inserirsi nella sua nuova, libera, realtà.

 

 

 

 

CARATTERISTICHE DEL FUMETTO

Bad boy, attraverso la trasposizione di tutti gli elementi tipici milleriani, presenta una serie di peculiarità che rendono la storia un vero e proprio cult.

La prima, maggiormente evidente, è l’idea di questa realtà parallela in cui, cercando in ogni modo di manipolare l’animo umano, si evolve naturalmente il mondo.

Rispetto ad altre saghe, in Bad boy non viene specificata l’intera scena in cui ci si muove ma, per ricreare l’atmosfera della narrazione, solamente l’ambiente in cui, con molti sforzi, cerca di muoversi il protagonista.

Questo elemento, che si inserisce in una chiara analisi della politica e della libertà (molto simile a quella presente in Give me Liberty), viene lasciato praticamente libero per permettere al lettore solamente di immaginare ciò che, oltre a quanto mostrato, quella terribile terra può offrire.

In secondo luogo, si può fare riferimento alla velocità con cui viene raccontata la fuga di Jason che, nelle poche pagine in cui si svolge, avvolge il lettore in uno stato d’ansia che permette di entrare in empatia con il personaggio.

Questa caratteristica, indispensabile per il ritmo di Bad boy, tende proprio ad evidenziare tanto la voglia di libertà quanto l’angoscia per una fuga come unica via d’uscita.

Infine, la conclusione lascia aperta qualunque porta, concependo un seguito, oppure no, in cui qualsiasi evoluzione è possibile.

Alessandro Falanga

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