Continuiamo a parlare di Billy Wilder, recensendo alcuni suoi film. E’ il turno di A Foreign Affair, conosciuto in Italia col nome Scandalo Internazionale
Billy Wilder ha sempre criticato – spesso con ironia – l’ipocrisia di certi ambienti. Lo aveva fatto con Sunset Boulevard (Viale Del Tramonto) dove denunciava la falsità del Cinema, colpevole di aver abbandonato i suoi pionieri. Lo aveva fatto con Ace In The Hole (L’asso Nella Manica) dove attaccava il giornalismo sensazionalistico. Lo fa con A Foreign Affair (Scandalo Internazionale) dove prende spunto dal clima pesante di una Berlino devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Il film racconta di un triangolo amoroso ambientato in una Germania distrutta. Protagonista è la Congressista Phoebe Frost, repubblicana e intransigente. Arriva a Berlino per indagare sulla condotta morale dei soldati americani, sospettati di essere troppo aperti nei confronti delle tedesche. Quando arriva a Berlino Phoebe trova una città distrutta. Case e magazzini crollati. Ma la fauna è viva e vegeta. I soldati americani fraternizzano con le tedesche e Phoebe, gelida e inflessibile, inizia a indagare su Erika von Schlütow una ballerina e cantante tedesca. Erika è sospettata di essere una nazista e di intrattenere una relazione con un alto capo dei soldati statunitensi, forse un generale.
Erika è protetta dal Capitano John Pringle – un capitano con fidanzata che lo attende in America da ben quattro anni – che deve fare di tutto per proteggere sé stesso e la sua amata Erika. Anche distrarre Phoebe provandoci lui stesso e mettendo in piedi un triangolo amoroso.
In una Berlino devastata dai bombardamenti Wilder racconta con estrema intelligenza una storia potente e ironica. Per farlo si affida a un cast splendido. Jean Arthur è Phoebe, una fredda repubblicana abituata a credere che i soldati debbano accendersi quando c’è la combattere e spegnersi quando si tratta di fare altro, come se fossero macchine. Subisce le critiche del Capitano Pringle – interpretato da un elegante John Lund – che difende a spada tratta i soldati, le vere vittime della guerra. Vengono allontanati da casa – dice Pringle – costretti alla solitudine e alla nostalgia. Quando la guerra finalmente finisce e possono rilassarsi dovrebbero spegnersi come macchine scariche. Il suo personaggio si comporta in maniera coerente e fa quello che sente di dover fare per sopravvivere al disastro.

Righe a parte merita la straordinaria performance di Marlene Dietrich che interpreta Erika von Schlütow. Questo film conferma il feeling tra lei e Wilder. Lavoreranno assieme nel favoloso Witness For The Prosecution (Testimone D’accusa) dieci anni dopo. La Dietrich è magnifica, magnetica e ipnotica. Attira a sé tutta l’attenzione con un personaggio che fa di necessità virtù, andando dove tira il vento. Un affresco di miseria e fascino decisamente straordinario. Mitiche sono le battute della Dietrich rivolte a Phoebe. Le due attrici – che nel film si contendono lo stesso uomo – non si sopportavano nemmeno nella realtà.
La parte finale del film diventa meno ironica e scava più a fondo nei rapporti umani ma anche in quelli militari. Wilder punta la macchina da presa sugli alti organi militari che – una volta scoperto il doppio gioco di Pringle – ne approfittano per i loro scopi strategici. Wilder dona uguale spazio a tutti i protagonisti del film. Ognuno di loro esprime il suo punto di vista sulla guerra, sull’amore e sulla vita. Alla fine Wilder assolve tutti in un film dove non esistono colpe, ma solo esigenze.
Anche questo film – come Sunset Boulevard – fu pesantemente criticato e addirittura boicottato da gran parte degli Americani. Ne usciva fuori un affresco grottesco dei soldati Americani che in Patria venivano considerati eroi e portatori di democrazia. La pellicola di Wilder fu una pulce nell’orecchio, anche se racconta – con ironia – una storia assolutamente credibile e veritiera. A causa di questo aperto boicottaggio il film non ebbe il successo meritato, ma fece di Wilder uno dei registi più coraggiosi e veri della storia del Cinema. Anche e specie in Europa.
A Foreign Affair è una risata amara, un film che ambienta un triangolo amoroso in una città distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale, dove la gente si comporta seguendo l’istinto e cercando nell’altro una consolazione agli orribili bombardamenti che la città ha subito. Wilder ci fa ridere e riflettere con amarezza.