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Sherlock, la serie tv che ha stregato il mondo

Giunta alla quarta stagione la serie tv Sherlock potrebbe chiudere definitivamente i battenti. Con un finale di stagione col botto


Possiamo definire Sherlock come una serie tv?
Possiamo definire quello che vediamo nelle tre puntate della prima stagione un unicum o dobbiamo dividere il tutto in stagioni a loro volta divise da episodi?
Guardando Sherlock – serie tv britannica di enorme impatto – sono tante le domande. Tante quanto i colpi di scena. Le citazioni. Le battute in puro stile british.
Probabilmente Sherlock nasce davvero come un unico grande lungometraggio di diverse ore. Poi diviso strategicamente in puntate di novanta minuti ciascuna, per dare fiato allo spettatore che altrimenti farebbe un’unica maratona per capire dove va a finire, specie ai giorni nostri dove l’obbligo nelle serie tv è non fermarsi mai. Gli inglesi lo chiamano binge watching.

Questa serie tv datata 2010 ti rapisce. Ti conquista e poi ti causa dipendenza. Sono da sempre un appassionato lettore dei romanzi di sir Arthur Conan Doyle mai avrei pensato che un autore con le sue storie potesse scatenare tanta curiosità al netto di una produzione enorme senza cadute di stile. Un’opera letteraria stupefacente. 
Sherlock Holmes è stato protagonista geniale di un’opera magnifica. Un’opera che prevedeva momenti tipicamente gialli. Altri più comici. Tutti vissuti in nell’epoca vittoriana che impreziosiva il contenuto e che ancora oggi lo rende accattivante. E moderno.

Il personaggio di Sherlock Holmes evoca fascino. Evoca mistero. Evoca inquietudine. Ma soprattutto evoca genialità. Su di lui sono state scritte graphic novel. Hanno diretto serie tv e film. Persino videogames. Nel 2008 ci hanno provato anche gli americani ingaggiando l’inglesissimo Guy Ritchie per dirigere due film su Sherlock Holmes interpretato però dall’americanissimo Robert Downey Jr. Il risultato è stato apprezzabile ma è chiaro che i puristi guardassero altrove. Serviva una rilettura dei romanzi di Doyle. Una rilettura che però non ne cambiasse i connotati. Holmes deve essere inglese. Deve essere genio e sregolatezza. Deve essere intuito e cinismo. Su questo non si discute.

Sherlock, i protagonisti
Sherlock, i protagonisti

Gli autori Steven Moffat e Mark Gattis hanno pensato di lasciare il personaggio – anzi I personaggi come vedremo più avanti – inalterato, rivoluzionando il contesto storico e dando vita a una serie originale. Sherlock Holmes diventa un investigatore moderno, che ha a che fare con telefonini e con tutta la tecnologia dei nostri giorni. E’ figlio del suo tempo così come John Watson, che invece di scrivere racconti – come nelle storie di Conan Doyle – si diletta a condividere le bizzarre avventure col suo amico/collega su un blog.

Nei romanzi come nella serie tv il dottor Watson ha svolto il servizio militare nella guerra in Afghanistan, all’epoca di Doyle vi era la guerra anglo-afghana, all’epoca della serie tv un’altra guerra sempre nello stesso luogo. Alcuni aspetti non cambiano.

Abbiamo detto che quello che cambia è il contesto storico. Non più l’epoca vittoriana ma i giorni nostri. Eppure Sherlock è impregnato di un sapore tipicamente vittoriano, aggiornato e rivisto ai giorni nostri. I villain – tra tutti l’autista di taxi o il Golem della prima stagione, per citarne due – sono mostri reali figli della società che li ha generati prima e abbandonati poi. Londra ci mette le luci, le automobili e il traffico. Ma riesce a regalare anche palazzi fumosi. Quartieri malfamati. Strade oscure.
Sherlock e il fidato Watson si scontrano con sociopatici, pazzi lunatici che ricordano appunto i cattivi in stile Jack The Ripper.

Altra mossa sorprendente dei produttori è stata quella di non riportare fedelmente le storie di Conan Doyle, ma, anche in questo caso, di aggiornarle e modificarle senza far perdere il fascino e il mistero originale. Un altro punto a favore della serie tv.
La prima puntata della prima stagione A Study In Pink (Uno Studio In Rosa) pesca deliberatamente da A Study In Scarlet (Uno Studio In Rosso), primo romanzo ufficiale su Sherlock Holmes scritto da sir Arthur Conan Doyle nel 1887.
La storia viene riletta. Viene aggiornata. Viene rivista. Il fascino resta immutato però. Tutti gli episodi contengono citazioni di altri racconti o romanzi come ad esempio The Blind Banker dove viene citato ripetutamente The Sign Of The Four (Il Segno Dei Quattro). A Scandal In Belgravia invece cita A Scandal in Bohemia. Gli appassionati si divertiranno a trovare riferimenti sparsi delle varie opere di Doyle. Garantito.

Cambia qualcosa. Non cambia l’indirizzo. Il buon Holmes vive sempre nel celeberrimo 221B di Baker Street ed è sempre alla ricerca di un coinquilino che si materializza in John Holmes. Tra i due scatta subito l’intesa, con Watson prima impaurito poi sempre più affascinato dal bizzarro coinquilino che mostra tratti di sociopatia compensata da una genialità e da una maniacalità assolutamente di primo livello.

Nel corso delle – finora – quattro stagioni i nostri protagonisti hanno avuto modo di affrontare innumerevoli avventure e scontrarsi con gli acerrimi nemici. Va citato il famigerato Jim Moriarty alter ego di Holmes. Non solo. Nella serie troviamo anche Mycroft Holmes, Mary Morstan e Irene Adler, tutti personaggi che hanno avuto un ruolo importantissimo tra le pagine dei romanzi di Doyle.

Altro elemento da non sottovalutare è la presenza ben calibrata di colpi di scena. In particolare al termine di ogni stagione si resta col fiato sospeso e non si vede l’ora di poter andare avanti. Binge watching. La prima stagione termina con l’incontro-scontro tra Sherlock e Moriarty. La seconda con la – presunta – morte di Holmes. Tutte vicende che chi ha letto i romanzi conosce perfettamente.
La terza stagione termina col botto. Da un lato presenta un ricco colpo di scena, dall’altro lato presenta una puntata ambientata nel 1895 quindi molto fedele a quella dei romanzi di Doyle.
La terza stagione in particolare mostra un Holmes molto più umano e molto più vicino ai problemi comuni di tutti gli esseri umani. Ma non fatevi ingannare. Altri momenti pazzeschi sono pronti ad alzare il livello di suspence. Altri momenti di tensione sono pronti a causare dipendenza nei confronti di Sherlock.

Nelle ultime settimane i produttori hanno dichiarato che non sanno se si farà un quinta stagione. I protagonisti Benedict Cumberbatch (Sherlock Holmes) e Martin Freeman (John Watson) hanno trovato notorietà grazie alla serie. Diventa sempre più difficile trovare il tempo di dare vita a nuovi episodi. A noi va bene così. Il finale della quarta stagione sembra chiudere in maniera perfetta un cerchio iniziato nel 2010, anche se una puntata finale, magari unica, non sarebbe così sgradita…

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