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Sully, il nuovo eroe americano di Clint Eastwood

Su Diario di Rorschach si parla di Sully, ultima fatica cinematografica di Clint Eastwood


“C’è qualcosa che, se potesse tornare indietro, farebbe in modo diverso?” “Sì, lo rifarei a luglio” (Sully)

Clint Eastwood è un regista necessario al nostro Cinema. E’ importante perché racconta storie fuori dal coro, storie che colpiscono, commuovono, smuovono le coscienze. La grande capacità del regista statunitense è quella di parlare attraverso le sue storie, di raccontarci la sua opinione attraverso gli attori dei suoi film. E’ quello che capita guardando Sully, ultima fatica del regista ottantasettenne.


Sully è una storia forte, perfettamente in linea con la fase morbida del Cinema di Eastwood, iniziata con Invictus (2009) e proseguita fino ai nostri giorni. Una buona dose di fascino del suo Cinema è la critica alla società Americana. Critica che non conosce bandiere, nonostante a volte emerga un certo sangue repubblicano che il regista non fatica a nascondere. La storia di Sully è, se vogliamo, una continua e forte analisi del sistema Americano, dell’informazione e della virtualità. E’ anche un’accesa difesa nei confronti dell’Uomo e di quell’umanità che stiamo perdendo, giorno dopo giorno.


La storia si svolge il 15 Gennaio 2009 quando il capitano Chesley Sully Sullenberger prendendo una decisione contro ogni procedura, fa atterrare un aereo sull’Hudson salvando 155 persone e dimostrando che l’uomo ne sa sempre più di un algoritmo. In teoria. In pratica il nostro protagonista – interpretato da un ottimo Tom Hanks – viene accusato dall’ente aeronautico di non aver seguito il protocollo di volo ed aver messo in grave pericolo l’equipaggio e i 155 passeggeri. L’assicurazione lo accusa di aver causato la distruzione dell’aereo.

Sully, Tom Hanks e Aaron Eckhart sul set
Sully, Tom Hanks e Aaron Eckhart sul set

Questa doppio ruolo eroe/incapace attanaglia la mente del protagonista. Sente la pressione dei media e dell’ente aeronautico. Ma Sully è un eroe per l’uomo della strada. Non solo. Le varie simulazioni al computer dimostrano che il protagonista aveva tutto il tempo di poter atterrare al vicino aeroporto, invece di atterrare sull’Hudson causando la distruzione dell’aereo e dei bagagli dei passeggeri. Oltre ad aver messo in serio pericolo le loro vite. 

Il film poggia per gran parte del tempo su questo conflitto, un conflitto interiore e delicatamente umano, contrapposto alla freddezza delle istituzioni e dei loro calcoli matematici. Sully è un uomo con un famiglia alle spalle. Sully ha anni di esperienza in volo e un mutuo da pagare. E’ un eroe quotidiano. La sua umanità lo rende ancora più eroico agli occhi del regista, da sempre affascinato da personaggi normali che si trovano a fare i conti col destino. La sua umanità e il suo attaccamento al lavoro in un’America allo sbando – in piena crisi economica e sprofondata nel più nero dei suoi periodici storici – sono da esempio. In questo senso Sully ricorda molti, tanti personaggi raccontati dal regista statunitense, per ultimo il famoso soldato Chris Kyle raccontato in American Sniper.


L’informazione e i media svolgono un ruolo fondamentale in Sully. Ipnotizzano gli Americani, fanno cambiare loro opinione con una spaventosa velocità. Sully diventa quindi un metro di giudizio per tastare il polso di un Paese in caduta liber. Chesley è un eroe umano, un eroe umile che non urla e non strepita. Parla al telefono con una moglie che non può vedere per via della distanza. Si prende cura della famiglia. E’ un eroe normale. E’ un eroe quotidiano. E’ l’esempio perfetto del protagonista-tipo del Cinema di Clint Eastwood. Un Cinema che non smette di stupire. E commuovere.

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