Notturno bus, il noir di Giampiero Rigosi fra le cupe strade di Bologna. La recensione su Diario di Rorschach

Il noir è un genere che in Italia è riuscito ad emergere talmente tanto da creare un vero e proprio gruppo di élite tra gli scrittori nostrani.
Fra questi, uno dei più appassionanti è senza dubbio Giampiero Rigosi, autore bolognese classe ’62, che con i suoi romanzi si è distinto tra i grandi della letteratura di categoria.
L’opera che ha portato lo scrittore ad imporsi fra i grandi del noir è, senza dubbio, Notturno bus, romanzo del 2000 edito Einaudi.
Lo scritto, da cui è stato tratto anche il film omonimo con Valerio Mastandrea e Giovanna Mezzogiorno, rappresenta una delle più avvincenti storie all’italiana che da un lato riesce a riunire differenti stili letterari e dall’altro far rivivere un frammento di vita della Penisola.
La storia, ambientata nel passaggio fra prima e seconda repubblica, narra le vicende di Franz e Leila che, per una serie di circostanze, si ritrovano immersi in uno scenario dominato da controspionaggio, politica e inseguimenti mozzafiato.
La loro corsa verso una vita migliore di quella avuta fino a quel momento, passa tra le poche righe scritte su un foglio, tanto caro ad un potente, quanto corrotto, onorevole, e il denaro messo a disposizione per riottenerlo.
Attorno ai due ragazzi, che si incontrano per caso su un autobus notturno guidato dallo stesso Francesco, si alternano le vicende di diversi personaggi che, inseguendo per vari motivi la coppia, si ritrovano immersi in un insieme di storie personali e corse contro il tempo che, inevitabilmente, si incrociano alla fine della narrazione.
La bellezza di Notturno bus è riscontrabile in diversi elementi che rendono il libro un avvincente spaccato della nostra Italia, in cui le piccole e grandi contraddizioni entrano in contatto fra loro per poi esplodere definitivamente nei diversi tratti del racconto.Il primo elemento da considerare nel romanzo di Rigosi è la narrazione che, seguendo il ritmo delle vicende, tende ad accelerare sempre di più da “costringere” il lettore a seguire di volta in volta gli episodi descritti.

Accanto a questo ritmo forsennato, l’autore riesce a dipingere”ì in maniera magistrale la scena sia attraverso la minuziosa descrizione del paesaggio circostante, marcato attraverso l’enunciazione delle vie di Bologna, che con i protagonisti del romanzo, i cui tratti ricordano tanto la città quanto il contesto storico in cui si muovono gli avvenimenti.
L’amaro destino di ogni personaggio, infine, tende a marcare un ulteriore punto che sottolinea non solo un continuum politico-sociale, ma soprattutto una cocente realtà in cui le disavventure della gente comune, al contrario dei “detentori del potere”, portano sempre ad un futuro peggiore, accettato con cruda rassegnazione.
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