Blue Velvet, conosciuto in Italia col nome di Velluto Blu è diventato in brevissimo tempo una pietra miliare del cinema degli anni ottanta
A Chicago, un cardiopatico che guardava Blue Velvet (Velluto Blu) al Cinema si è sentito male. E’ stato portato di urgenza all’ospedale. Si è fatto aggiustare il pacemaker ed è rientrato in sala per godersi il finale di film. E’ un atteggiamento che si potrebbe quasi definire normale per chi guarda un lavoro di David Lynch. Alcune scene sono senza senso, altre drammatiche o violente, ma alla fine lo spettatore resta in sala. Solo per capire come termina il film e per farsi un’opinione propria.
Blue Velvet non fa eccezione. Anche se si discosta e di parecchio dai film più recenti del regista statunitense. Tuttavia ci sono alcuni elementi che fanno di questo film quasi una sorta di prequel di Twin Peaks, con tematiche che il regista del Montana affronterà qualche anno più avanti. Basta vedere il font dei titoli di testa, un omaggio alle soap opera che vanno – o meglio andavano – di monda negli anni ottanta in televisione.
Ma andiamo con ordine e partiamo da una considerazione. Blue Velvet sconvolge il mondo del Cinema esattamente come Twin Peaks sconvolgerà quello del piccolo schermo qualche anno dopo.
In entrambi i casi gli spettatori si erano adeguati a degli standard – pensiamo agli anni ottanta con blockbuster di fantascienza al Cinema e le soap opera nelle televisioni di tutto il mondo – che avevano un indebolito il polso degli spettatori.
I film più visti degli anni Ottanta:
1-E.T.
2-The Empire Strikes Again (L’impero Colpisce Ancora)
3-The Return Of The Jedi (Il Ritorno Dello Jedi)
4-Indiana Jones And The Last Crusade (Indiana Jones E L’ultima Crociata)
5-Batman
6-Rain Man
7-Raiders Of The Lost Ark (I Predatori Dell’arca Perduta)
8-Back To The Future (Ritorno Al Futuro)
9-Who Framed Roger Rabbit? (Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?)
10-Top Gun
Logico quindi che lo spettatore medio restasse come minimo sconvolto, abituato a lungometraggi di intrattenimento (che in alcuni casi sono dei veri e proprio capolavori, ma questa è un’altra storia…).
Blue Velvet non è un plot convenzionale per il cinema dormiente degli anni ottanta. Pesca a pieni mani dal noir anni quaranta e cinquanta che vedeva donne in pericolo, donne fatali che attiravano uomini stupidi e impreparati per usarli per i loro scopi e buttarli via.
Basti pensare a The Big Sleep, Double Idemnity o Vertigo.
Lynch però fa di più. Usa questo assioma o lo ribalta completamente. La diva maledetta dei film noir qui viene violentata, picchiata, umiliata.
Derisa da una forza più potente, quella della follia, dell’odio fine a sé stesso.
La trama, adesso. Nella tranquilla città di Lumberton un ragazzo trova casualmente un orecchio in un giardino. Da questo piccolo avvenimento partono una serie di eventi a catena che porteranno il giovane a lottare per salvare la vita della diva in pericolo.
Blue Velvet è un viaggio iniziatico. Il protagonista, Jeffrey, grazie a questa esperienza conoscerà molti aspetti della vita (Il mondo è davvero strano dice più volte).
Conoscerà l’amore. L’odio. La violenza. La follia. La perversione. Il rancore. Il dolore. Tutto in due ore scarse di pellicola.
Dove sono finiti i miei sogni? dice la protagonista femminile in una scena del film, consapevole di essere entrata in un gioco troppo grande, in un gioco che mostra il mondo così com’è. Strano, appunto, e dannatamente inquietante.
Blue Velvet è un’idea originale di David Lynch che affida il ruolo del giovane Jeffrey a Kyle MacLachlan. I due avevano già lavorato in Dune ma questo film farà partire una seria e duratura collaborazione con quello che diverrà qualche anno dopo l’agente Cooper.
L’altra protagonista, Sandy, è invece Laura Dern, altra musa di Lynch, che avrà una lunga carriera davanti.
Isabella Rossellini è Dorothy, la femme fatale al contrario, la sua è una delle prove più intense di sempre. Un gigantesco Dennis Hopper recita il ruolo del villain. Una delle interpretazioni più riuscite della sua intera carriera. Frank è un personaggio diabolico, folle, grottesco, cattivo fino all’osso e incapace di umana comprensione.
I ragazzi di Lumberton diventano idealmente i ragazzi degli anni ottanta, i quali sembrano vivere una fase di addormentamento, sepolti da una società ipocrita e marcia, ma Jeffrey entra nel turbine del gioco fino a rischiare la vita: i giovani di Lumberton restano anche puri credono nell’amore e nei sogni, anche se spesso devono lottare per realizzarli fino in fondo… ricordano molto quelli di Twin Peaks, un po’ naif, ma determinati a fare quello che ritengono più opportuno.
Non pensiate che Lynch sia dalla parte della società americana o del buonismo tutto rose e fiori e amori che si realizzano. La scena che chiude il film, con il pettirosso che mangia un insetto è fenomenale.
Racconta dell’ipocrisia, dell’opportunismo e del falso buonismo che si celano sotto la società. David Lynch pare pronto a fare il grande salto nel mondo del piccolo schermo.
Che film! Rimasi senza parole!
Ancora oggi resta un capolavoro, e uno dei film più rappresentativi degli anni Ottanta, anche se è alieno rispetto alle produzioni dell’epoca: proprio per questo è un masterpiece!
Senz’altro, senza tempo.