I dischi del 2016: Seconda Parte

Il ritorno del vinile fa impazzire il mercato musicale. Ecco la classifica dei 30 dischi più interessanti, chiacchierati e rappresentativi del 2016. PARTE II


Il 2016 è stato l’anno dei grandi dischi e delle immense scomparse nel mondo della musica: David Bowie, Leonard Cohen e in questi giorni George Michael hanno allungato una lista infinitamente triste.
Nel 2017 sono intanto attesi nuovi dischi (Run The Juwels, Arcade Fire, The National, Depeche Mode…) che sicuramente entreranno in un’eventuale classifica dei dischi del 2017.
Intanto godetevi la seconda parte della classifica che raccoglie i dischi più amati, chiacchierati e discussi del 2016. Buona lettura.

15#15-Bon Iver: 22, A Million
Il ritorno del gruppo indie-folk dopo cinque lunghi anni è un bel disco, ispirato e pieno di emozioni, caratterizzato però da suoni un pò vecchiotti e naif. Ora aspettiamo solo di vederli dal vivo, magari in Italia in primavera.

14#14-Moderat – III
Il terzo disco del trio tedesco di musica elettronica era attesissimo tanto dai fan quanto dai critici, soprattutto dopo i successi dei dischi del 2009 e del 2013. L’attesa non è stata delusa, anche se la parte più urban e sorprendente dei Moderat è venuta meno, sepolta da atmosfere chill out e da un disco che poteva osare di più. Occasione in parte persa.

13#13-Vinicio Capossela: Canzoni Della Cupa
Il miglior cantautore della sua generazione ritorna dopo cinque anni di silenzio e lo fa con un progetto pensato a lungo. Canzoni Della Cupa nasce già dal 2003 e mostra la passione, mai celata, del buon Vinicio per la canzone popolare. La canzone del Sud odorosa di polvere e ombra. Canzoni della Cupa è un disco che ha il difetto di allungarsi forse troppo, ma che mostra ancora una volta l’immenso talento del Nostro. Coraggioso.

12#12-Neil Young: Peace Trail
Qualcuno provi a fermare Neil Young. Negli ultimi anni viaggia a una media di due dischi l’anno. Potrebbe adagiarsi con tour celebrativi di routine. Potrebbe. Invece l’instancabile Neil ci regala, qualche settimana prima della fine dell’anno, l’ennesimo disco-capolavoro della sua discografia. Gli anni passano ma l’ispirazione, la rabbia di Neil Young (in Indian Givers, su tutte) sembrano non cessare mai.

11#11-Rolling Stones: Blue & Lonesome
Abbiamo già parlato degli Stones e delle loro sette vite…Blue And Lonesome mostra una band semplicemente senza età, che chiude il cerchio della propria carriera finendo dove aveva iniziato: dalle cover blues. Epici.

10#10-Iggy Pop: Post Pop Depression
L’Iguana è tornata nel mondo della musica dopo una serie di dischi interlocutori e abbastanza deboli. Per questo nuovo LP Iggy Pop ha reclutato gente come Josh Homme e i suoi Queens Of The Stone Age. Il risultato è un disco duro, cupo, minimale e molto nero. Uno dei più interessanti del buon Iggy. Sorprendente.

09#09-Nine Inch Nails: Not The Actual Events EP
Trent Reznor aveva annunciato nuovo materiale dei suoi Nine Inch Nails ed è stato di parola. Uscito meno di una settimana fa questo EP di cinque brani ripropone il sound elettronico, rock e rabbioso dei migliori Nine Inch Nails aiutato da gente come Dave Grohl e Dave Navarro. Un piccolo gioiello.

08#08-PJ Harvey – The Hope Six Demolition Project
Il nuovo progetto della cantautrice britannica è un disco che ammicca al miglior Nick Cave e che prosegue idealmente il discorso iniziato nel 2011 con Let The England Shake. E’ un disco cupo, oscuro – ascoltate River Anacostia, un gospel blues nerissimo – non così facile da ascoltare. Ma è anche un capolavoro di una delle cantautrici più prolifiche dei nostri giorni. Accattivante.

07#07-A Tribe Called Quest: We Got It From Here…Thank You 4 Your Service
Il 2016 è stato l’anno dei grandi ritorni, ma anche delle gradite sorprese. Gli A Tribe Called Quest non pubblicavano un disco di inediti dal 1998 e nella loro carriera hanno letteralmente stravolto l’hip hop, grazie all’uso di strumenti jazz nel loro repertorio. Questo disco – secondo molti l’ultimo – chiude una carriera favolosa e lo fa anche grazie alle collaborazioni con Elton John, Kendrick Lamar e Kanye West

06#06-Beyonce: Lemonade
La critica e il pubblico hanno dovuto inchinarsi di fronte al nuovo lavoro della signora Jay-Z. Lemonade è un disco perfetto, che innalza l’asticella del pop per le masse. All’interno troverete brani country, rock, hip hop, elettronici. Il tutto amalgamato dalla perfetta voce di Beyonce che qui collabora con gente come Jack White, Kendrick Lamar (ancora lui!) e James Blake. Se non siete fan ascoltatelo senza pregiudizi, resterete incantati. 

05#05-Radiohead: A Moon Shaped Pool
Riletti dopo la triste storia degli ultimi giorni – la scomparsa dell’ex moglie di Thom Yorke a causa di una lunga malattia – i testi di A Moon Shaped Pool sono un piccolo sunto che tratta l’abbandono. La morte quella fisica e mentale. L’allontanamento. Con questo disco i Radiohead gettano nel calderone vecchie canzoni già ascoltate come True Love Waits, dedicata proprio all’ex signora Yorke ma anche Identikit e The Present Tense, già note al pubblico.

04#04-Massive Attack: Ritual Spirit EP
Dopo anni di silenzio il duo inglese di trip-hop torna all’ovile con un EP breve, di solo quattro brani, ma che riporta l’ascoltatore ai tempi di Mezzanine. Inoltre, il duo di Bristol ha riabbracciato lo storico membro Tricky che torna a collaborare coi Massive in un brano dell’EP Ritual Spirit: tanto basta per piazzarlo in posizioni altissime. Chicca.

03#03-Leonard Cohen: You Want It Darker
Il 2016 è stato l’anno delle dolorose separazioni, abbiamo detto. Ma è stato l’anno che ha trattato temi oscuri come la morte. You Want It Darker è un disco che non fa eccezione, già dal titolo e dalla copertina. Un testamento più che un disco. Nero, nerissimo.

02#02-Nick Cave & The Bad Seeds: Skeleton Tree
Altra copertina nera. Altri contenuti molto oscuri. Quello di Nick Cave e dei suoi Bad Seeds è un disco che inverte la rotta e che semplifica il suono del cantautore, scrittore e attore australiano. Beat elettronici che si sposano con intuizioni orchestrali affidate al sempre valido Warren Ellis. Otto brani da ascoltare al buio, usando per guida la voce baritonale di Cave che racconta di morti, angeli e ragazze intrappolate nell’ambra. Intenso. 

01#01-David Bowie: Blackstar
Non potevamo non dare la prima posizione a David Bowie e al suo Blackstar, ennesimo tassello di una discografia che non ha mai smesso di stupire e regalare emozioni. Per questo ultimo disco Bowie ha rapito una serie di musicisti jazz e li ha fatti suonare rock, dando vita a sette brani uno più interessante dell’altro, a partire dalla lunga suite Blackstar, un delirio di suoni e atmosfere sospese, fino a Lazarus testamento artistico e spirituale dell’artista inglese.
Disco dell’anno senza se e senza ma. Game Set Match.

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