Blue & Lonesome, nuovo album dei Rolling Stones, ripropone il suono della band degli esordi. Ne parliamo sul Diario di Rorshach
Un nuovo disco dei Rolling Stones nel 2016 è qualcosa di totalmente inaspettato. Una vera e propria sorpresa. Considerando che i ragazzacci del rock non pubblicavano un disco dall’ormai lontano 2005. Ben undici anni. Blue & Lonesome è un LP di cover blues che rimanda idealmente ai loro esordi, quando Mick Jagger, Keith Richards e Charlie Watts avevano qualche primavera di meno e iniziavano a muovere i loro primi passi nel mondo della musica. Erano gli Anni Sessanta coi primi concerti, le folle sempre più numerose. Gli eccessi. La rivalità coi Beatles e tutto quello che ne consegue.
Questo disco ricalca quelle atmosfere, grazie alle cover di gente come Howlin’ Wolf e Willie Dixon, capostipiti di un certo genere di blues che la band inglese ha fatto proprio per poi renderlo un marchio di fabbrica, un linguaggio universale in dischi epocali come Beggars Banquet o Sticky Fingers.
Ascoltando Blue & Lonesome troverete una band in perfetta forma. Una band che snocciola un sound sincero. Sporco. Onesto. Questo disco è stato registrato in soli tre giorni negli studi di Parigi in presa diretta e con pochissime sovra incisioni. L’idea era quella di far capire cosa vuol dire suonare il blues a settant’anni suonati. Altro che tecnologia e superproduzioni.
Blue & Lonesome con gli ascolti non diventa più un disco. Diventa un ticket di sola andata verso posti, luoghi e sensazioni che si credevano perdute, con gli Stones che ci fanno da guida attraverso le canzoni.
Coadiuvati da Don Was, storico produttore dei loro ultimi dischi ma anche di Bob Dylan e Ziggy Marley, e da un certo Eric Clapton – un altro che conosce benissimo il blues e che suona la chitarra in Everything Knows About My Good Thing e in I Can’t Quit You Baby resa celebre anche dai Led Zeppelin una vita fa – il nuovo disco e il nuovo corso degli Stones sembra intraprendere una via viscerale. Sincera. Sporca.
Il blues degli Stones – oggi come nei dischi di tanti anni fa – è un blues sregolato. Provocante. Un blues che non cessa mai di pulsare, a differenza del blues storico, quello dei neri che invece era dolore, tristezza e sconforto.
Ascoltando Blue & Lonesome vi accorgerete che gli Stones – come le loro canzoni e le loro radici – non invecchiano mai. Disco promosso.
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